lunedì 30 dicembre 2024

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Le armi vincono ancora. Ordini, ricavi, profitti: nuovi record dei colossi
CRESCE LA PRODUZIONE GLOBALE - Rialzi stellari in Borsa, soprattutto in Asia ed Europa: pesa l’effetto Trump
DI GIULIO DA SILVA
Hanno vinto le armi. Nel 2024 le fabbriche di armi di tutto il pianeta hanno marciato a pieno ritmo. Per il terzo anno consecutivo, con ulteriori, tristi record per l’espansione della produzione di ordigni letali, per la dilatazione dei fatturati e degli utili scanditi da nuovi picchi delle quotazioni in Borsa.
L’analisi dei conti delle maggiori aziende del settore mostra che le cinque più grandi del mondo, tutte statunitense, Lockheed Martin, Rtx-Raytheon, Northrop Grumman, General Dynamics e Boeing (calcolando per quest’ultima solo il settore difesa e spazio), nei primi nove mesi del 2024 hanno messo a segno un’espansione dell’11,2% dei ricavi totali, da 175,1 a 194,8 miliardi di dollari. Il portafoglio ordini, che rappresenta i ricavi del futuro, è lievitato di 32,3 miliardi, a un totale aggregato di 625,7 miliardi (+5,4%). Anche la redditività è aumentata, escludendo Boeing, che soffre soprattutto nella divisione aerei commerciali. Lockheed e le tre altre “major” hanno dichiarato utili netti pari a 13,89 miliardi di dollari, 2,41 miliardi in più (+21%) rispetto ai primi nove mesi del 2023.
In Europa i numeri sono più piccoli, ma i risultati impressionanti. Considerando le cinque principali, Bae Systems, Thales, Leonardo, Rheinmetall e Airbus (di quest’ultima solo la divisione difesa e spazio), i primi nove mesi del 2024 (eccetto Bae che ha pubblicato solo dati semestrali) mostrano una crescita dei ricavi del 12,7% a 55,82 miliardi di euro. Il portafoglio ordini complessivo delle prime quattro è aumentato di 23 miliardi, a un totale di 229,2 miliardi (+11,2%). Gli utili netti aggregati hanno raggiunto i 2,65 miliardi (+10%). Airbus difesa e spazio ha invece dichiarato una perdita operativa rettificata di -699 milioni.
La principale azienda mondiale di armi è Lockheed, produce gli F-35 e i caccia F-16, inviati anche in Ucraina. Sforna i missili mandati da Joe Biden a Kiev: gli anticarro Javelin prodotti con Raytheon e gli Atacms. Nei primi nove mesi del 2024 ha aumentato i ricavi del 7,6% a 52,42 miliardi di dollari e gli utili netti del 5% a 5,05 miliardi. Il portafoglio ordini è aumentato da 160,6 miliardi a 165,7 miliardi. Tirano soprattutto i missili: gli ordini sono saliti di 8 miliardi.
Nei missili il numero uno è Raytheon, fabbrica gli Stinger mandati in Ucraina e i Patriot. Fa parte del gruppo Rtx, che opera anche nell’aviazione commerciale e nei motori per jet. Il gruppo Rtx ha aumentato i ricavi del 20,6% a 59,1 miliardi e gli utili netti dell’86%.
In Europa la principale è la britannica Bae Systems. È alleata di Leonardo nella produzione dell’Eurofighter e nel progetto del superbombardiere Gcap, al quale partecipa anche il Giappone. Nei primi sei mesi del 2024 Bae ha aumentato i ricavi dell’11,4%, pari a 14,06 miliardi di euro, e gli utili netti del 5,2%. Il portafoglio ordini è salito di 5 miliardi, a 89 miliardi totali.
La francese Thales in nove mesi ha aumentato i ricavi del 9,5% a 14,07 miliardi. Leonardo ha aumentato i ricavi del 12,4% a 12,08 miliardi, il “risultato netto ordinario” da 298 a 364 milioni (+22%), il portafoglio ordini da 40,9 a 43,6 miliardi.
La progressione maggiore è quella di Rheinmetall, l’azienda tedesca che ha firmato un accordo con l’ad di Leonardo, Roberto Cingolani, per costruire i futuri carri armati e veicoli blindati per l’Esercito italiano. Rheinmetall ha impiantato fabbriche anche in Ucraina. Vladimir Putin, secondo la Cnn, ha risposto ordinando l’uccisione dell’ad Armin Papperger.
Nei primi nove mesi del 2024 Rheinmetall ha aumentato i ricavi del 36% a 6,27 miliardi e l’utile netto del 27% a 306 milioni. Il portafoglio ordini è aumentato da 38,3 a 51,9 miliardi. Tra le aziende di armi, le azioni di Rheinmetall sono quelle salite di più dall’inizio della guerra Russia-Ucraina. Dagli 83,06 euro di fine 2021 ai 619,6 euro del 23 dicembre scorso: +646%.
Eccetto Boeing (-31% nel 2024), tutte le azioni delle aziende di armi hanno fatto progressi in Borsa nel 2024. Le europee molto più delle americane. Anche le asiatiche sono andate fortissimo. La prima è la cinese Kuang-Chi Technologies, società privata che sviluppa metamateriali (prodotti artificialmente) e opera anche nella difesa, con un’impennata in Borsa del 198,5%.
A parte la Cina, il record è della norvegese Kongsberg, +177%: l’azienda, che produce dai componenti per aerei da guerra ai missili, in nove mesi ha aumentato i ricavi del 21,9% a 2,94 miliardi di euro e gli utili del 41,7%. Fenomeno simile in Giappone, dopo l’abbandono del tetto dell’1% del Pil per la spesa militare, che arriverà a 59 miliardi di dollari nel prossimo anno fiscale. Le azioni salite di più sono di Mitsubishi Heavy Industries (+169%).
In graduatoria seguono l’americana Axon (+144%), produce il taser, la pistola che immobilizza con scariche elettriche, la coreana Hanwha Aerospace (+134%), Rheinmetall (+116%), l’americana Howmet Aerospace (+107%), la brasiliana Embraer (+98%), la britannica Rolls-Royce, che fa motori per aerei (94%). Nel suo capitale dal 2021 c’è Exor, la holding guidata da John Elkann. Quindi un’altra coreana, Hyundai Rotem (+85%).
Undicesima Leonardo, +72% fino al 23 dicembre. I rialzi hanno toccato anche Fincantieri (+58%) e Avio (+64%). Boom anche per la turca Aselsan Elektronik (+60%), la svedese Saab (+55%), le indiane Bharat Tech (+59%) e Hindustan Aeronautics (+50%). Le grandi degli Usa, eccetto Rtx (+39%), hanno avuto rialzi contenuti. Lockheed solo il 7,7%.
Una spiegazione è legata a Donald Trump: con lui la corsa al riarmo sarà ancora più forsennata, specie in Europa. Il prossimo presidente degli Usa vuole che i paesi Nato aumentino la spesa militare al 5% del Pil. Per l’Italia, ferma all’1,5%, vorrebbe dire spendere 50 miliardi in più all’anno, rispetto a una spesa che per l’anno prossimo è fissata in 32,2 miliardi, un nuovo record peraltro.

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