Centro anziani
di Marco Travaglio
Da anni ci domandiamo cosa diavolo sia questo “Centro” che manca molto ai giornaloni e poco agli elettori. E finalmente, con le discesine in campetto di Sala e Ruffini, abbiamo capito: è la Rsa dell’Uds, l’Ufficio deretani scoperti. Quando uno che piace alla gente che piace finisce il mandato e non si sa più dove piazzarlo, si prova alla Consulta o alla Rai. Se non ce la fa, lo si parcheggia al Centro. Ora Ruffini, uomo dai riflessi pronti, scopre che 19 mesi fa la Meloni definì le tasse “pizzo di Stato” e poi fece 20 condoni, quindi lascia l’Agenzia delle Entrate, previa intervista sdegnata al Corriere e presenza a un convegno di tal Fioroni, da tempo degente nel Centro. Intanto Sala si accorge che tra un anno sarà a spasso e prenota una stanza e un girello al Centro, previa intervista a Rep. Tanto basta a mandare in orgasmo gli onanisti a mezzo stampa e a gettare nel panico le tre tenutarie dell’Rsa: Tajani, che gestisce l’ala destra in comodato gratuito da Mediaset (ma Pier Silvio garantisce: “Non vendo FI, nessuno s’è fatto avanti per rilevarne delle quote”, manco fosse la Magneti Marelli); e le comari Calenda e Renzi, che rissano sul ballatoio sinistro. Calenda lancia Gentiloni (parlandone da sveglio) come nuovo premier. Renzi fa il nome di Gabrielli – che, poveretto, non meritava – e ricorda: “Sono tutti nomi nati alla Leopolda”, quindi spacciati. Lo Russo, sindaco di Torino, preferisce Sala: “Con lui si vince”, ma nessuno capisce in che senso, visto che lui sta nel Pd e l’altro nel Centro. Per Tabacci, ex Dc, ex centrodestra, ex centrosinistra, fu Bonino, fu Draghi, fu Di Maio, “i consensi di Ruffini cresceranno perchè c’è uno spazio enorme” (gli esattori, specie in Italia, sono popolarissimi).
Quindi l’Rsa è sold out: Ruffini, Sala, Gentiloni, Gabrielli, Renzi, Calenda. Più leader che elettori. Ma Ruffini, per chi gli crede, assicura che non farà politica. Invece Sala ha un progetto ben chiaro: “Serve nell’alleanza una forza più liberaldemocratica che non sia un cespuglietto di una sinistra molto spostata a sinistra” e “parli a una parte dell’elettorato che non vuole sentirsi di destra, ma è spiazzato da una proposta troppo estrema” (testi di Giuli-Annunziata-Valerio). Ma cosa dovrebbero fare esattamente non è dato sapere. Le lingue dei giornaloni leccano in ordine sparso: “papa straniero”, “nuovo Prodi”, “nuovo Ulivo”, “cattolico moderato”, “cattolico di sinistra”, “sinistra moderata”, “gamba di centro”, “cosa bianca” e soprattutto “federatore”, anche se non è chiaro chi dovrebbe federare, se le vittime siano d’accordo e soprattutto chi lo voti. Se però passa il lodo Francia (governa chi ha meno voti), o il lodo Georgia-Romania (se prende più voti il candidato sbagliato si rivota finché non vince quello giusto), per il Centro è fatta.
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