Vitalità della confusione
DI MICHELE SERRA
La foto del calciatore egiziano del Liverpool Mohamed Salah con moglie e figli (bellissima famiglia) sotto l’albero di Natale parla di benessere e di contaminazione. Salah è musulmano osservante, ma nel Paese dove vive e prospera, l’Inghilterra, l’albero di Natale è quasi in ogni casa, compresa la sua. Niente di più normale, dunque, di quella immagine, e niente di più prevedibile delle minacce indignate che qualche musulmano poco intelligente ha rivolto a Salah. La con-fusione terrorizza i fanatici, perché i fanatici sono prima di tutto deboli: chi è saldo nella propria identità non ha paura di confondersi.
Di selfie simili a quello della famiglia Salah ce ne vorrebbero a bizzeffe, cattolici che frequentano moschee, atei entusiasti di essere a San Pietro, ebrei con lakefiah , russi e ucraini disarmati, leghisti in pellegrinaggio in una Ztl,radical chic che inaugurano il bilocale in periferia, milanisti distrattamente con il berretto dell’Inter (mi scuso per la lista promiscua, che mescola il pesante con il leggero, ma è appunto di contaminazione che si sta parlando): tutto ciò che confonde le carte parla di speranza, di energia, di novità.
Viviamo una pesante fase reazionaria (a tutti i livelli) perché è un momento storico nel quale la paura prevale, e spinge a rinchiudersi. I “bei tempi andati”, che belli non furono mai, sono l’altare sul quale troppi sacrificano la propria intelligenza.
Salah è un musulmano europeo come ce ne sono tanti, sempre di più. Non sappiamo se quelli come lui — i promiscui, i contaminati — vinceranno o perderanno, ma sappiamo per chi fare il tifo.
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