Scrivo in ricordo di Alberto, la persona che ho conosciuto molti anni fa, che più di ogni altra ho visto soffrire, combattere, annaspare alla ricerca della cosiddetta normalità. Alberto soffriva assieme alla sua famiglia che l’ha supportato in tutto, sempre. Alberto avrebbe voluto una vita diversa visto che lo stile attualmente proposto non è per tutti, anche se negli ultimi tempi, in presenza dei “poverini” ci sforziamo di continuare a mangiare al ristorante, innaffiando di sguardi l’aere. Ho sempre orbitato lontano da Alberto perché di matrice sono recalcitrante assai di venire a contatto con la sofferenza, e per questo chiedo scusa a te Alberto e pure a Paolo anch’egli scomparso già da qualche anno nella gioia dopo una vita passata in un polmone costruito da mani d’uomo. Alberto aveva quel sorriso sofferente unico nel suo genere, rideva per consuetudine, e intanto battagliava come un leone, indomito, incazzato al punto giusto, fiero, silente e assordante, taciturno e ciarliero col cuore. Da tanto tempo non lo vedevo, imbolsito e pigro come sono. Spero che ora viva nella gioia, sereno, accolto dall’Amore. Sai Alberto che è proprio vero! Il tuo silenzio, il dinocolare la testa tra una lotta e l’altra, valgono più di arzigogoli di soloni mendaci, di inerpicanti fonemi sul nulla. Ci lasci un timbro, indelebile, di dignità, magnificamente farcito di sano e prezioso silenzio, introvabile in queste lande. Ciao e buon viaggio!
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