Ha trovato le parole
Usa, perché lo sparatore viene visto come un eroe
DI DANIELA RANIERI
Succede che un italoamericano di 26 anni, Luigi Mangione, sia sospettato di aver atteso alle 6 di mattina sotto a un albergo di Manhattan Brian Thompson, Ceo della United HealthCare, compagnia di assicurazioni sanitarie, e di averlo freddato con qualche pistolettata. Succede anche che Mangione diventi un eroe sui social per aver “giustiziato” uno dei beneficiari diretti del sistema spietatamente feroce per cui negli Stati Uniti può curarsi, e dunque sopravvivere, solo chi ha un’assicurazione sanitaria o un datore di lavoro che gliela fornisca. La compagnia di Thompson ha registrato 300 miliardi di dollari nel 2023. Mangione, non esattamente un proletario (è figlio di imprenditori immobiliari, studi in scuole private e in università d’élite), ha motivato in “un manifesto” la sua scelta in chiave “anti-capitalista” (l’hanno arrestato mentre mangiava in un McDonald’s, vabbè), in cui, se anche fosse un folle in preda ai dolori alla schiena (soffre di una patologia ossea), coglie un punto di rilevanza sociale: “Questi parassiti se la sono cercata”.
Nonostante la cosiddetta Obamacare, che ha finanziato qualche milione di assicurazioni private con fondi pubblici, il sistema fondato sulla monetizzazione della salute è rimasto inalterato: il tritacarne delle assicurazioni prevede che un cittadino americano spenda dai 500 ai 1800 dollari al mese per una copertura assicurativa parziale, il che vuol dire che le spese per interventi o esami extra sono a sue spese. Ricordiamo agli inizi della pandemia di Covid gente ricoverata in terapia intensiva con polmoniti bilaterali che si vedeva recapitare a casa fatture per decine di migliaia di dollari. Dopo l’omicidio di Thompson, fioccano storie e testimonianze dell’orrore: malati che vanno in ospedale per operarsi a un organo e poi vengono lasciati in sala operatoria perché solo lì apprendono che la polizza non copre interventi per patologie in cui sia stato compromesso un organo limitrofo; anziani che muoiono da soli privi di assistenza; puerpere povere lasciate agonizzare nelle roulotte. La distopia reale dei dipendenti da Fentanyl accasciati per le strade di San Francisco è l’epitome dello sfacelo della società occidentale Made in America, dove, tra altre cose nefande, se non hai un’assicurazione sanitaria sei uno scarto (vedi il film A good person del 2023).
Perciò la notizia dello sparo e della simpatia che ha generato non è solo di cronaca, almeno quanto non lo era l’attentato di Sarajevo per mano di Gavrilo Princip, e segna un momento apicale di crisi delle democrazie liberali. La società più feroce del globo, quella americana, basata su un efferato darwinismo sociale, è il nostro modello ideale, così come gli Usa sono il nostro padrone in politica estera. Non vedete come aumentano gli spot delle compagnie di assicurazione private, dove personaggi famosi, ricchi e sani chiedono premurosamente “come stai?” al telespettatore che magari ha appena passato ore al telefono per prenotare con il Cup un esame urgentissimo che gli verrà erogato tra 16 mesi (se ancora campa)? Non è chiaro che l’arricchimento della privatizzazione della sanità privata e dello spolpamento di quella pubblica è il metodo adottato da tutti gli ultimi governi (tranne il Conte-2, in cui i fondi previsti da Speranza sono stati falcidiati dalla pandemia) per condurci inesorabilmente verso il modello americano? A cosa risponde la legge sull’Autonomia differenziata appena bocciata dalla Consulta, se non al preciso progetto di creare una Sanità di serie A per i ricchi, dove far approdare le migliori professionalità, e una sotto-Sanità pubblica per pazienti indigenti, con meno medici, verosimilmente più scadenti, e più morti precoci (e quindi meno pensioni)? Gli ospedali, come del resto le università, sono diventati aziende. Nel 1993 alle Usl, le Unità Sanitarie locali istituite nel 1978 col Sistema Sanitario Nazionale, è stato dato il nome più performante di Asl, Aziende Sanitarie locali, e un’azienda è una cosa precisa: al posto di un direttore-funzionario pubblico, un direttore-manager, e precipuo compito del manager, nel post-welfare, è quello di far quadrare i conti.
Una democrazia in cui anche un’esortazione alla rivolta sociale come quella di Landini viene silenziata o violentemente ammonita come un richiamo alla lotta armata è un regime in cui ci stanno abituando a non dissentire e a sopprimere il conflitto anche in vicende che riguardano la vita, la dignità, la salute e il lavoro, i cardini del vivere collettivo; perciò Meloni può andare in giro a dire di aver aumentato i fondi per la Sanità, quando invece li ha diminuiti in rapporto al Pil. In dieci anni sono stati sottratti al Ssn 37 miliardi di euro, ma il lavoro non è ancora finito. La vicenda Mangione-Thompson ci dice che in assenza di reale democrazia la violenza privata diventa l’unica forma di difesa dalla violenza sistemica.
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