domenica 15 maggio 2016

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domenica 15/05/2016
SEGNO DEI TEMPI
Che pena per il Caimano raggirato
IENE OLGETTINE - LA TRISTE FINE DELL’EPOPEA BERLUSCONIANA IN UNA TELEFONATA

di Selvaggia Lucarelli

Non si sa dove fosse Silvio quando le due iene l’hanno chiamato, ma di sicuro si deve essere chiuso in una qualche toilette o nello sgabuzzino delle scope per evitare che anche l’ultimo dei suoi maggiordomi, dopo averlo sentito ricevere ordini dalle due sgallettate, gli ordinasse di sparecchiare la tavola. Il dialogo è surreale. Le due iene a corto di contanti lo chiamano dalla macchina mentre una parla e l’altra registra col suo cellulare.

Hanno una necessità economica impellente, di quelle che non ti fanno chiudere occhio nel letto, di quelle che ti fanno girare e rigirare tra le lenzuola senza che sia possibile prendere sonno: devono andare a Miami.

“Spinelli dice che non può fare nulla senza direttive, sono stanca di essere presa per il culo, stanca stanca!”, urla la povera Guerra. Silvio balbetta che chiamerà Spinelli e la sua voce è quella del quindicenne che torna a casa e trova i genitori sull’uscio di casa che gli dicono “Ha chiamato il preside, dice che oggi non eri a scuola.” A quel punto Iena 1 grida “Basta!”, Iena 2 aggiunge: “Sono in mezzo a una strada!” (che voglio dire, parrebbe anche una location adeguata) e allora Silvio balbetta che ha strappato un assegno da 160.000 euro il giorno prima per gli arredi di casa Guerra.

La Guerra grida “Non è casa miaaaaa!” e qui il mistero si infittisce perché sorge il dubbio che Silvio ormai sia così rintronato da aver arredato per sbaglio casa di un altro Guerra che aveva in agenda, magari Andrea Guerra che ora chiama Renzi sul cellulare sdraiato sulla poltrona di cavallino che Barbara Guerra si era scelta con tanta cura.

Silvio ormai affranto e più zerbino di Fantozzi col megadirettore galattico, invita Iena 1 e Iena 2 ad Arcore sabato mattina presto, probabilmente confidando nel fatto che per le due indefesse lavoratrici “mattino presto” voglia dire le due e trenta del pomeriggio così da avere poi la scusa per non farsi trovare. Iena 1 allora dice che va bene ma loro vogliono il bonifico entro sera perché “dobbiamo fare i voli, prendere gli hotel e poi dobbiamo anche vivere!”.

E certo, prima i voli per Miami, poi se resta qualcosa anche un litro di latte e due rosette per la sopravvivenza. Silvio promette il bonifico entro sera “ma a questo punto non c’è bisogno che veniate anche ad Arcore!”. Crede di averle liquidate ma Iena 1 gli risponde prontamente: “No no, veniamo anche ad Arcore.” con un tono da taglieggiatrice professionista che farebbe accapponare la pelle pure a Tony Montana.

E specifica “Mi raccomando i bonifici 50 e 50!”, che non credo significhi 50 euro a me e 50 ad Alessandra, ma qualcosa di più. Ora. A parte la malinconia nel vedere un ex premier ricattato da due erinni coatte e in preda all’isteria, a parte che verrebbe la voglia di insegnare alle due il concetto di lavoro facendo a entrambe due voli non per Miami ma per il Mozambico così ricco di miniere, a parte che questa telefonata fa l’effetto American Sniper, ovvero finisci per amare incondizionatamente il cecchino americano dimenticando appunto che è un cecchino, il particolare più importante che emerge dal dialogo è un altro.

Berlusconi è passato dall’essere colui che commetteva tutti i reati possibili a colui che li subisce, perché questa telefonata è tra l’estorsione e la circonvenzione di incapace. E diciamolo: Berlusconi vittima di reati è il segnale definitivo e inequivocabile che non conta più un cazzo.

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