venerdì 6 maggio 2016

Tipologia "fisica"


Ho notato tra i presenti all'incontro con il fisico Tonelli, svoltasi ieri al Camec di La Spezia, una fauna strana nella gremitissima sala, non chiaramente maggioritaria, che brevemente riassumo:

Il fisico in pectore:
è un personaggio strano, poliedrico, con il senso innato dell'arrivare, dell'emergere. 
Con il libro sotto braccio di Tonelli appena acquistato, sogghigna tra sé nello sfogliarlo, quasi a voler lanciare messaggi di ilare critica su quanto scritto da uno dei componenti il Cern, volendo inviare ai vicini il giudizio negativo sul lavoro, dall'alto della sua sapienza, che si può riassumere in "cazzo ha scritto questo qui!". 
Probabilmente svolge un lavoro di quelli paciosi, tipo guardiano di un ospedale, di un faro o controllore delle telecamere di sorveglianza. Ha quindi tempo per erudirsi, auto-convincendosi di essere uno dei "ragazzi di Via Panisperna". 
A volte, esagerando, si vanta con chi ascolta, che sceglie dopo rigorosa selezione, nei suoi panegirici, di essere stato in tale confidenza con Fermi da chiamarlo "Chicco". 
Coloro che ascoltano tali nefandezze non battono ciglio, né obbiettano in merito, essendo talmente bassamente eruditi da credere che il confine del sistema solare sia sopra le montagne sarde del Gennargentu.

Il Nobel Mancato 
E' difficilissimo notarlo agli incontri, essendo raro come tipologia di partecipante. La fortuna ha voluto che ieri, fosse davanti a me. 
Vestito in completo blu, con camicia azzurra e sacchetto dell'Iper nelle tasche, il Nobel Mancato è un pericolosissimo disturbatore, polemico sino all'inverosimile, modello Santanché alla 10 elevato alla 23. 
Aggancia, come ha fatto, la poveretta seduta vicino (perché si rivolge sempre ad un pubblico femminile in quanto spera che la sua saccenteria funga da specchietto per le allodole e consequenzialmente quindi da "acchiappagnocca") preparando la strada con sospiri, smorfie e commenti boffonchianti che, generando campi elettromagnetici enormi, riescono a far capitolare la preda il cui voltarsi a rimirarlo, interrogandosi sulla salute mentale, equivale al cappio della trappola tesa alle lepri, scatenante l'inizio di un soliloquio interminabile e altamente nevrotico, che irrita gli astanti più di Orfini quando parla di aver riportato l'onestà del PD romano. 
Ogni parola del relatore è sviscerata dal nostro in modalità altisonante, quasi a manifestarci l'irritazione per il suo mancato viaggio a Stoccolma per ritirare il Nobel, dovuto ad un errore nell'indirizzo della busta spedita, premiante alla fine un immeritato sconosciuto e non lui. 
Il Nobel Mancato si alza prima che l'incontro termini, con una celerità che potrebbe sottintendere svariate cause, tra le quali elenco le principali:

1) "Basta! Me ne vado perché costui sta sparando troppe cazzate!"

2) "Urca! Si è fatto tardi! Ho lasciato l'esperimento sul fuoco e se non arrivo in tempo perdo la scoperta del padre del Bosone, il Crullone"

3) "E' tardi maledizione! Devo andare di corsa a casa a preparare il programma per Fabiola Gianotti che se non ci fossi io, quella poveretta venderebbe Hot dog davanti allo stadio della ProVercelli"

4) "Mamma mia, che scarica! No, non elettromagnetica! Diarroica!"
(questa possibilità è poco probabile. La variabile è dovuta all'assunzione o meno di 3 elevato alla 6 di kg di crauti e salsicce)

Il Domandante divino   
Questa tipologia di partecipante ad un incontro di fisica è molto ricercata in quanto non si comprende da dove derivino le nozioni scatenanti domande della tipologia rivolte al divino, ovvero esposizione di quesiti stordenti il relatore, come il fisico Tonelli che ad alcune ha sorriso caritatevolmente, che metterebbe in soggezione, se fosse presente, anche il "Roveto Ardente", ossia il "Progettista del Tutto", il quale, non me ne voglia, probabilmente esclamerebbe "Cribbio! A questo non avevo pensato neppure Io!".
Una difficoltà di domande insolite e rarissime, nate da terrificanti mix generatisi da visioni scellerate di Star Trek in lingua finnica con sottotitoli celtici, di "Odissea nello Spazio" vista iniziando dalla fine con in sottofondo gli AC-DC a manetta, la Famiglia Addams in russo, e tutto Discovery Channel visto alle 3 di notte durante un probabilissimo attacco bulimico. 
Domande che, oltre a non aver risposta, sono stordenti e paragonabili, per molestia, ad aver spiegazzato i magici fogli di Albert, allorché il genio concluse i suoi studi sulla relatività generale, per farci degli aeroplanini. 
Quesiti che se, per assurdo, trovassero risposta svilupperebbero all'istante ali dorate ed angeliche agli astanti, catapultandoli davanti al Trono nella Parusia Finale.
I domandanti divini sono pericolosi nel momento in cui viene concessa loro la possibilità di esporre interrogativi. 
Li noti per il loro dimenarsi, a mo' di trote affamate, sulle loro sedie, impazienti di prendere la parola per sparare enormi quesiti spaventanti neutroni, bosoni e selettroni (non è un refuso, qualcosa ho imparato anch'io!). 
Ci sono studi che paventano il pericolo della fine dell'universo conosciuto, dovuto proprio al lancio di questi enormi macigni interrogativi con massa inimmaginabile che potrebbero squarciare la ragnatela presente attorno a noi, la massa oscura. Parrebbe addirittura che il nostro universo si sia formato 13 miliardi di anni sulle ceneri di un altro, distrutto proprio da una domanda di questa tipologia, sparata da un domandante divino presente in un'altra dimensione, tanto fuori dalla realtà da scatenare il Big Bang. 

Il Deponente
Il deponente (le armi dell'autostima) è colui che, a seguito del consiglio del suo analista, partecipa ad incontri che oltre a formargli un frullato delle sue sinapsi che comodamente si berrà a sera nel tinello, provocano lo shock della constatazione ghiacciante di non capire un cazzo di quanto enunciato. 
Si riconoscono perché osservano l'orologio con frenetica ossessione, pronti a scattare meglio di Bolt nel caso in cui una frase provocante ilarità e una perdita generale di concentrazione, permetta loro di sgattaiolare via senza essere notati. 
Tengono lo sguardo basso, si strusciano le mani in viso per mantenere un atteggiamento sveglio, pensano palesemente ad altro e, in casi estremi, compiono azioni strane per l'ambiente, come stirarsi la camicia, finire il modellino del veliero acquistato per posta, giocare a squash nel caso il fato abbia deciso di farne sedere due vicini. 
Al termine, escono con un'espressione facciale simile ad Anna Magnani in "Roma città aperta" e rimangono giù di corda più di Gasparri davanti ad una pagina di Umberto Eco.  

Il Tonista
Uguale nelle manifestazioni al Deponente, si differenzia da questo solo per l'utilizzo del suo partecipare, ossia un'acquisizione di "tono" da ostentare al successivo "Apericena" quale vanto millantante, del tipo che se qualche degustante, ad esempio, gli chiedesse i gol in trasferta del Carpi, il tonista risponderebbe "tanti quanti la massa del protone moltiplicataquelladelneutrinodivisodieciallamenotre" e al successivo strabuzzamento delle iridi dell'astante, partirebbe a razzo, gonfiandosi come un tacchino claudicante, spiegando al meravigliatoin tonalità vocale "Pavarotti incazzato", di essere appena uscito da un avvincente appuntamento con la Fisica e, mentre l'altro gli obbiettasse questo suo amore scientifico, il nostro enuncerebbe tesi e paroloni imparati a memoria meglio della mnemonica Boschi. 
Resta inteso che nella serata post cena, il tonista esibirà ovunque si rechi un pannello led luminoso con su scritto "sono stato ad una conferenza sul bosone."

Questo è quanto. A chi in cervice vorrebbe chiedermi a quale tipologia ritengo di appartenere, rispondo subitaneo: a nessuna di queste, come la gran parte dei partecipanti ad incontri scientifici. 
Mi piace tantissimo assumere nozioni scatenanti dubbi e pensieri fantastici e fantasiosi, alimentanti la voracità del mio ego. 
C'è però anche un aspetto doloroso: il rendersi conto, di continuo, di aver scialacquato (da giovane) tante opportunità d'apprendimento. 
Forse troppe.   

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