lunedì 16 settembre 2013

Sapienza


Come una strige mi accingo a portar via con me dalla notte quasi albore, un pensiero molto profondo regalatomi da un amico. 
Pare che abbia detto.. e questo già di per sé è il primo regalo! Ha dribblato il cell, uno strumento perfido che ci ha abituato a chiamare casa perchè nel bagno dell'autogrill dove abbiamo appena terminato i bisogni non vi è la carta igienica, non ha usato skype, altro diabolico oggetto che ci costringe a rivestirsi in fretta e furia per salutare la zia mentre sul divano in mutande si stava giocando con il tarzanello ondulante nel canale espellente, ma tramandando vocalmente una frase, che suggella da sola il mondo fatato nel quale il suo vociar ci invita ad entrare. Pare che il grande giovane uomo in procinto di prendere libri ed astuccio abbia riflettuto, come è tipico dei grandi assaggiatori della vita. abbia soppesato l'evento, il divisorio tra culla e diploma, la rampa per volare nella conoscenza. 

Ha riflettuto ed ha scatenato l'inferno "Mi sa tanto che non ho voglia di diventare grande".

Quale applauso merita questa affermazione! 
Quale ricordo evangelico scatena questo asserir verità! 
Questa è la strada che porta a divenir grandi nel vero senso della parola! 
Peter Pan lo favoleggiava, altri lo indicavano quale pertugio per liberare l'io acquisendo la padronanza di se stessi, ricevendone il kit con barba, pipa e bastone decretante il divenir saggio. 
Restando al di qua del guado, si mantiene quella sensibilità in grado di discernere, evitandole, le sirene del nulla che chiamano ognuno di noi verso chimere senza senso, inafferrabili, perdutamente vuote. 
Grazie per questa saggezza infinita! E buona scuola!

Nessun commento:

Posta un commento