Marina, in arte Edda
di Marco Travaglio
È con il cuore ricolmo di orgoglio patriottico che apprendiamo dai Cinegiornali Luce quanto segue: Sua Eccellenza Sergio Mattarella ha conferito il Cavalierato del Lavoro a Marina Berlusconi, figlia di cotanto pregiudicato, pluri-prescritto, frodatore fiscale, corruttore di giudici e finanziatore della mafia che uccise Piersanti Mattarella (fratello di Sua Eccellenza). La presidentessa del gruppo Mondadori, rubato dal genitore con una sentenza comprata da Previti e a lei consegnato come suo, sfoggiava – informa la virile cronaca di Francesco Specchia su Libero – un “fisico esile d’acciaio temperato, la guaina severa d’un abito scuro da protocollo, lo sguardo umido e fiero, la salda stretta di mano al Presidente che l’attende sul proscenio”. E “osservarla alla consegna dell’onorificenza è un fatto di una certa rarità”, ma non perché il Cavalierato si dà una volta sola: perché “la Cavaliera”, per “una discrezione al limite dell’umano, tende a divincolarsi dai riflettori accesi”, tant’è che sul Colle avevano spento tutte le luci e brancolavano a tentoni. Il che non ha impedito al “saggio Mattarella” di “elogiare l’Italia dell’impegno e dell’operosità in netta ripresa economica contro tutti i gufi” (tipo l’Istat, che nelle stesse ore annunciava la crescita zero). Né alla Cavaliera di ricevere, “in un immaginario passaggio di consegne, l’onore che fu di papà Silvio” (costretto poi a rinunciarvi per motivi penali) e di sfoderare “ricordi di un nitore quasi letterario”, tipici di una “Wolf che risolve i problemi di Tarantino” grazie all’“occhio della Cavaliera: il miglior segno di continuità” (con l’occhio della madre nella Corazzata Potëmkin di Fantozzi).
La nostra eroina – aggiunge sobrio Luigi Mascheroni sul Giornale – “ha donato tutta se stessa al lavoro e alla famiglia”, “puntuale, scontrosa, generosissima – talis Silvius talis Marina – irremovibile, affettiva… per nulla fredda, femmina alfa che rispetto alla Meloni è l’omega”, ligia ai “Comandamenti del padre: lavorare, crederci e investire”. Manca delinquere, ma solo per motivi di spazio. Infatti “quelle poche parole che ha detto sono risuonate come sentenze”, senza offesa per nessuno. E se “ha bacchettato la Meloni sugli extraprofitti delle banche”, tipo Mediolanum, non è per vile pecunia o allergia ereditaria al fisco, ma “per un’oscillazione dall’area liberal a quella liberale”: che avevate capito. Insomma, per dirla col poeta, “Meno male che Marina c’è”. Vergin di servo encomio, Mario Ajello del Messaggero ha una visione paradisiaca: “Chissà se Berlusconi, vedendo da lassù questa cerimonia per la figlia più berlusconiana di lui che s’intrattiene con Caterina Caselli, starà cantando ‘Insieme a te non ci sto più’”. O magari, per dire, “Nessuno mi può giudicare”.
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