sabato 5 novembre 2022

L'Amaca

 

Troppe idee e nessun gesto
DI MICHELE SERRA
Il lungo dibattito di Repubblica sul Pd e la sinistra ha conosciuto, ieri, uno spettacolare inciampo con l’articolo (che mi è piaciuto molto) di Francesco Piccolo.
Dice, in sostanza: io mi sono veramente stufato di discutere delle idee che servono al Pd. Di idee ce ne sono a bizzeffe. Anche troppe. Quello che manca all’appello è il Pd, o perlomeno il suo gruppo dirigente, “asserragliato al Nazareno”, muto a proposito di se stesso, sordo alle parole degli altri, impegnato da mesi in un “distopico congresso virtuale di cui nessun essere umano può essere a conoscenza, non si sa cos’è, dov’è e in cosa consiste”.
Sottoscrivo. La crisi del Pd non è una crisi ideologica, e nemmeno una crisi di voti (ne ha persi meno del due per cento, ne ha quasi il triplo di partiti che siedono in maggioranza), è una catastrofica crisi funzionale, di quelle con esito letale.
C’è un “dentro” rinchiuso nelle sue paure e nelle sue beghe di potere, e c’è un “fuori” che rimane rigorosamente fuori. Oppure, quando mette un piede dentro, viene triturato, come le Sardine, come chiunque negli ultimi anni si sia illuso, venendo dalla strada, che il partito fosse anche casa sua.
Nonostante tutti dicano, retoricamente, che la salvezza viene dalla strada, la strada rimane, per il Pd, solo un rumore di fondo.
Altrimenti almeno un gesto, in favore della strada, sarebbe stato fatto.
Per esempio le dimissioni immediate, dice Piccolo, che almeno farebbero intendere allo spettabile pubblico che la gravità della situazione è percepita, e niente può più essere come prima.
Dunque il dibattito giusto dovrebbe essere un altro. Non più “le idee che servono al Pd”, bensì “i gesti che servono al Pd”. Un gesto giusto, al momento giusto, cambia la scena più del monologo di Amleto.

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