domenica 9 ottobre 2022

Marco e gli scemi

 

Scemi di guerra: il sequel
di Marco Travaglio
Vista la magra riuscita delle liste di “putiniani”, gli scemi di guerra ne sperimentano di nuove. Non più all inclusive, ma sfuse, a rate: un nome al giorno (quasi tutti del Fatto, rara testata non edita dal Pentagono) per educarne cento. “Travaglio e il Fatto ormai in campagna aperta per Putin e la sua guerra”, twitta Riotta a proposito di un mio pezzo sulla “giusta solidarietà col popolo ucraino aggredito dai russi” e l’insofferenza Usa per Zelensky. Ma il cortigiano Johnny va capito: Biden scopre che Putin ha l’atomica e potrebbe usarla prima della famosa vittoria ucraina, Blinken chiede di trattare e la Cia invia pizzini a Zelensky perché si dia una calmata. Che fare? Non potendo dare dei putiniani pure a Biden&C., i nostri Nando Mericoni insultano i giornali che danno la notizia anziché censurarla come loro. Che oscurano pure il decreto Zelensky che vieta di trattare con Putin (il Fatto ne parla e Cappellini di Rep grida all’“orrore” e al “marciume”). E nascondono le proteste del consigliere di Zelensky, Podolyak, contro il Nobel per la Pace a un dissidente bielorusso detenuto, all’Ong russa ant-Putin Memorial (fondata da Sacharov) e al Centro Libertà Civili ucraino che monitora i crimini di guerra russi, perché “rappresentanti di un Paese attaccato e dei due Paesi che l’hanno attaccato”. Questo genio confonde i cittadini col loro governo: avrebbe contestato anche i Nobel a Sacharov (un favore a Breznev), a Walesa (un regalo a Jaruzelski) e a Mandela (un premio all’apartheid). Per dire quali cretini consigliano Zelensky. Ma su queste imbarazzanti proteste sorvolano tutti, tranne Stampa e Foglio che le sposano a firma Anna Zafesova: il Nobel “equipara due dittature e una democrazia, due aggressori e un aggredito”, anziché premiare per la Pace “il candidato più ovvio: Zelensky”, capo di un governo che massacra i russofoni nel Donbass e fa esplodere una donna di 29 anni a Mosca.
L’equazione degli scemi di guerra è chiara: chi chiede negoziati è putiniano. Alcuni eurodeputati Pd votano con M5S e sinistra una risoluzione (bocciata) che impegna “Ue e Stati membri a vagliare tutte le potenziali vie per la pace”? È “l’ala filo-Putin” (Giornale). Conte invoca un corteo pro negoziati? Il pompierino della sera Massimo Franco si spettina tutto perché “emerge una nebulosa che fa della ‘pace’ e del ‘dialogo’ un manifesto antieuropeo e anti Nato” e vuole “la resa ai russi” (peraltro mai chiesta da alcuno), “suona come smentita alla decisione del governo” (lesa draghità) e mira a “costringere il Pd all’estremismo antibellico”. Quindi chi è contro la guerra di Putin non è solo putiniano, ma anche estremista. Da non confondere con quelli che vogliono la guerra e pure l’atomica, cioè i moderati.

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