Per chi lo studia e s'indigna da quasi trent'anni dinnanzi ai voli barbarici dello schiavizzante le libertà italiche, quella di ieri è stata una giornata memorabile, in parte. Essendo un consigliere del PNDS (Purché Non Diventi Santo) ho avuto accesso a tutte le fasi che hanno preceduto l'incontro in Via della Scrofa, ovvero l'impensabile atto di sottomissione che Al Tappone ha dovuto subire, dovendosi spostare lui, fatto inaudito nel lustri precedenti. E allora lo avranno adeguatamente preparato al mefitico evento: la Licia avrà simulato una tipica organizzazione delle feste che furono, spargendo per casa vestiti da infermiera, stivaloni, pali da lap dance. Il poveretto invaso da attacchi biliari, stordito dall'inevitabile tracollo fisico, avrà tempestato i sodali con discorsi che noi comuni mortali confezioniamo per ricercare quel poco di visibilità che da troppo tempo manca, nel bar, nel circolo, davanti ad un caffè.
Mi par di sentirlo: "ho evitato almeno tre guerre mondiali, Obama e Putin mi chiamavano continuamente, il segretario dell'Onu era addirittura stressante! Non mi hanno dato il Nobel solo per invidia!"
Tajani e la Bernini al solito gli hanno portato la rassegna stampa scientemente corretta, i titoli dei principali quotidiani modificati ad arte, ponendolo sempre al centro di tutto: "Zelensky chiama Silvio!" - "Il Papa vorrebbe fare un sinodo ad Arcore." - "Biden domani a Villa Grande per parlare con Silvio!" - "Gli indigeni amazzonici cercano Silvio!" e via andare. Solo la prima pagina del Giornale non viene mai modificata, perché la ragione è già denigrata quotidianamente dal direttore il MinzoStrisciaCarte.
Più passava il tempo e più all'ex sovrano di tutti loro cresceva la collera, che neppure le foto della Minetti son riuscite a rasserenarlo. Dopo aver salutato l'amata Marta, rigorosamente in Morse visto l'afonia totale della compagna - l'avete mai sentita parlare? - e aver con lei deciso in quali conti correnti andranno i 28mila euro mensili che devotamente noi tutti verseremo a questa fantastica coppia, il sovrano deposto è salito quasi forzatamente nell'auto, dove improvvisamente, un rigurgito della sua famigerata vanagloria ingorda, lo ha nuovamente assalito, e il caimano che è in lui ha escogitato il canonico "pan per focaccia", in altri tempi manifestatosi con servizi rancorosi delle sue tv, in altre occasione riesumando dossier impolverati per abbattere il nemico di turno.
Questa volta no, con Giorgia ha deciso di farla attendere un po', circa mezzora, arrivando alle 16:30 e scusandosi con lei per quel ritardo causato da problemi sorti inaspettatamente. E mentre si avviava con il premier in pectore verso la sala dell'incontro, sorrideva, al solito, sbeffeggiando norme, convenienze a quant'altro ostacolino il suo tremebondo ego.
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