lunedì 10 ottobre 2022

Sondra Coggio su don Giulio


di Sondra Coggio

Non mi stupisce il fatto che la chiesa abbia sospeso il sacerdote “ribelle” di Bonassola, don Giulio Mignani.
Semmai mi ha stupito il fatto che ci abbia messo così tanto.
E mi stupisce chi pensa che il Papa nel suo cuore stia con don Giulio.

Ma no. Le posizioni della chiesa non sono quelle di don Mignani. 
Assolutamente no.

Papa Francesco, che pure è considerato un uomo aperto, sull’aborto è chiarissimo, è «un omicidio e non è lecito diventarne complici». 
Sull’omosessualità pure: «Il Papa ama i vostri figli così come sono». Con «compassione», per riportarli nel gregge. 
E sull’eutanasia: «È un crimine contro la vita».

La chiesa è una sovrastruttura politica potentissima. 
Condiziona intere comunità, in specie nelle aree più povere e arretrate del mondo. Non può davvero “aprirsi” a concetti contro i quali ha basato secoli di imposizioni.

La gente idolatra ancora Papa Giovanni Paolo II, che condannava qualsiasi convivenza fuori dal matrimonio, bollava il gay pride come «offesa ai valori cristiani», definiva «assassina» la legge sull’interruzione di gravidanza. Metteva sullo stesso piano «ogni specie di omicidio, il genocidio, l'aborto, l'eutanasia e lo stesso suicidio volontario».

Veramente, io non so di cosa stiamo parlando. La chiesa non è quella roba lì di don Giulio, che contesta le benedizioni alle armi e apre agli ultimi. La chiesa è gerarchia. È un sistema articolato, ramificato, radicato. 

Non è un giudizio critico e tantomeno polemico. È una banale ovvietà. E va distinta, a mio avviso, dal fatto che esistano, all’interno della chiesa, persone che davvero praticano con dedizione una sincera apertura agli ultimi.

Voglio dire che esistono persone straordinarie, che veramente credono all’esistenza di una divinità e di un paradiso, di una vita ultraterrena, di una giustizia che prima o poi ci sarà. Esistono persone che curano, che aiutano, che sostengono, che salvano. Esiste molta gente perbene. Come, inevitabilmente, esiste anche chi perbene non è.
Tutto questo, la fede, l’impegno, la fatica, è qualcosa di completamente avulso dalle posizioni della chiesa sui singoli temi. E – se è “tollerato” il fatto che ci siano preti che praticano un cattolicesimo di trincea – non può essere accettato che lo dicano.

Don Giulio, paradossalmente, è la conferma dell’esistenza di quello stesso meccanismo che fa sì che lui sia stato sospeso, mentre i preti peggiori, pedofili in testa, ancora restano impuniti.

Don Giulio dà “scandalo”, perché apertamente si pone fuori dalle posizioni della chiesa. 
Non così il prete che si porta ragazzini svantaggiati nel letto, come avvenuto anche di recente nella città in cui vivo. Quel prete non è affatto stato sospeso. È stato solo silenziosamente spostato, messo sotto il tappeto, con la polvere. E così è stato e così è, ancora oggi, per molti mostruosi preti pedofili, che rovinano la vita di esseri umani indifesi, approfittando dell’abito che indossano. 

Penso che sia buffo, lo stupore di chi pensa che Papa Francesco stia con don Giulio. 
Buffo e disarmante. 
Proprio come è stato e resta disarmante il culto di Papa Giovanni Paolo II, uno fra i Papi più politici e conservatori dei tempi recenti. Condannava la contraccezione perfino in epoca di Aids, quando la gente moriva ed un profilattico avrebbe potuto salvarla. Abbracciò un dittatore di destra come Pinochet. Sostenne l’Opus Dei di Escrivà, cui peraltro la mia città ha da poco intitolato una piazza! Disse no non solo alla pillola, ma anche alle donne nel sacerdozio. E nella sua battaglia contro il comunismo ebbe alleati economici potenti, tutt’altro che cristallini. Per non parlare di come si guardò bene dall’intervenire sulla piaga della pedofilia clericale.

Mi scandalizza? No.

Un sistema politico come la chiesa ha bisogno di leader carismatici, di star mediatiche capaci di ammaliare le folle. Folle che fisiologicamente sono poi distratte quando si tratta di capire che sta avvenendo una restaurazione, che ci sono paurosi movimenti di denaro, legami con frange integraliste, banche, dittature feroci.

Don Giulio non esprime le posizioni della chiesa. 
È un dato di fatto.
È una chiesa che ha beatificato Wojtyla.
Direi che non può accettare che un proprio parroco apra all’aborto, alle unioni omosessuali, all’eutanasia. E che faccia notare che si benedicono le armi, ma non gli emarginati.

Sul fatto che abbia ragione don Giulio, è ben ovvio che sia così.
Penso che don Giulio sia molto più vicino al Vangelo (non dico alla Bibbia, perché è decisamente un’altra cosa) della gran parte dei santi guerrieri celebrati dalla chiesa.

Non penso, però, che la chiesa – istituzione di potere, che movimenta interessi enormi – potrà mai permettersi il lusso di aprirsi veramente ad un pensiero vicino a quello di don Giulio. Perché è un sistema verticistico, politico, economico, che si basa su sostenitori che non ha alcun interesse a cambiare le cose. Le disuguaglianze garantiscono profitti. Per cui vanno benissimo così come sono. E i paladini “cristiani” sono sempre di destra.

Don Giulio ha fatto una importante scelta di campo.
La chiesa lo ha inevitabilmente sospeso, ma – grazie ad una straordinaria capacità politica – riesce a far credere alla gente che Papa Francesco stia con lui, e che Papa Wojtyla sia stato un santo. E riesce ancora a non sospendere i preti pedofili.

A mio avviso la chiesa è una struttura politica di notevole capacità di marketing. Del resto non sarebbe sopravvissuta così a lungo, altrimenti, nonostante le crociate, la caccia alle streghe, l’appoggio ai fascismi, le coperture ai criminali nazisti, le sconcezze di molti Papi del passato, le migliaia di preti corrotti e corruttori di minori. 

(ripeto, questo non ha nulla a che fare con la fede sincera e con l’impegno, spesso davvero “santo”, di una miriade di praticanti perbene e di preti che davvero si prendono la croce sulle spalle, perché ci credono, e ne conosco fortunatamente tanti)

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