sabato 26 marzo 2022

L'Amaca

 

Non siamo mica in Russia
di Michele Serra
Vorrei abbracciare la giovane presidente dell’Anpi di Caltanissetta, Claudia Cammarata, per le chiarissime parole riportate da Concetto Vecchio ( Repubblica di ieri): «Chi cerca gli amici di Putin deve bussare alle porte della destra. Non qui. Non siamo stati noi a stendere i tappeti rossi sotto i piedi di Putin. Non è amico dei comunisti, è amico dei fascisti. Salvini andava in giro con la maglietta “Più Putin meno Mattarella”.
Perché allora ve la prendete con noi?
Che fosse un despota lo si sapeva. Invece ci hanno fatto gli affari».
Le accuse di «equidistanza» all’Anpi sono dolorose. Investono un vasto campo etico, politico, storico e sentimentale: l’antifascismo, la democrazia, le guerre di liberazione, il pacifismo e la sua mission impossible di fronte a un’aggressione armata, l’autodeterminazione dei popoli, il rapporto indocile della sinistra con l’egemonia degli Stai Uniti. Se all’autorità morale del Papa nessuno si permette di imputare come «equidistante» il secco rifiuto dell’aumento delle spese militari («io mi vergogno»), non gode di uguale comprensione il travaglio di chi sta con l’Ucraina aggredita (da un amico dei fascisti, brava Claudia) ma manifesta dubbi sul riarmo, sulle risposte da dare, sulla strategia da adottare per fermare il massacro delle città ucraine e spegnere l’incendio in Europa.
Capita che si discuta animatamente sul da farsi anche tra gli strateghi militari, nel segreto degli Stati Maggiori: e non si dubita che lavorino tutti per cercare di vincere. Non si vede perché non debba essere concesso, avere dubbi e discuterne, anche alla società civile, ai partiti, alle associazioni, al mondo intellettuale. Come si diceva una volta: non siamo mica in Russia.

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