venerdì 25 marzo 2022

Quando uno è bravo giornalista...

 

Ecco oggi la domandina al grande giornalista Francesco Merlo di Repubblica, e la sua risposta, al solito non di parte, altera, priva di ovvietà, frutto di quel lavoro di scindere la fregnaccia dalla verità, tipica di ogni buon giornalista. Merlo non si cura minimamente di infangare una persona preparata, assennata, non essendo nel suo dna. Questo pezzo diverrà un prezioso cimelio un giorno, per far capire a quelli che verranno cosa significasse nela nostra epoca alterare le notizie per scopi benefici. Verso gli editori come quello di Merlo, mix di svariate attività con immensi profitti, tra cui la stretta convergenza d'intenti e di lucri, pare, con Cnh con la propria Iveco Defence Vehicle produttrice di di blindati per l'esercito italiano assieme a Consorzio Iveco Oto Melara, e poi una posizione in Rolls Royce, produttrice di motori per veicoli militari attorno al 25% del totale, facente parte del programma Tempest assieme a Leonardo per la produzione di caccia di nuova generazione.
La guerra quindi per Merlo non si deve fermare. Assolutamente. Ne va della pagnotta!

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Posta e risposta di Francesco Merlo

La Rai e il Paladino di Putin Il bel tempo ora è la pioggia
Caro Merlo, qual è il capzioso talento del prof Orsini?
Fabrizio Bonfigli — Trieste

Solo in Italia, che non è il Paese di Dostoevskij ma di Totò, la tv, di Stato e privata, mima la guerra con l’Opera dei Pupi. Sicuramente Alessandro Orsini, ora che la Rai gli ha annullato il contratto, di più si accanirà a fare il Paladino di Putin come Orlando, tra i Pupi, fa il Paladino di Carlo Magno. E poco importa se il tipo tele-letterario del Cattedratico Putiniano sarà macchietta gratis o pagato, e magari più pagato a La7 o a Mediaset, e con la corona di spine del censurato, come il grande Biagi, come nell’editto bulgaro: figuriamoci! Per gli italiani, che nulla sanno delle sue qualità di professore, Orsini è solo un animatore tv, vale a dire un acchiappa-audience, che è un mestiere stagionale, ben più difficile dell’esperto autentico, proprio come nei centri vacanza è più difficile fare l’intrattenitore che il barman o il bagnino. Come tutto in tv, anche l’acchiappa-audience fu inventato da Maurizio Costanzo che arrivava a mostrificare lo strambo, il travestito, la donna con tre sessi, il polemista manesco, il sociologo e la sua signora, l’artista maledetto, il critico d’arte furioso, l’allegro moribondo e il triste resuscitato… quasi sempre, va detto, usandoli con sapienza. Anche Santoro ne abusò trasformando in divi del trash gli antagonisti ruvidi, i ribelli scomposti, i disobbedienti politici sino ai vaffa-boys ingaggiati nel tendone da circo per sfide tra malinconici compari. Di quel modello oggi sono la spelacchiata degenerazione, quasi sempre contrattualizzata, il montanaro rasposo, il professore arrabbiato, il No Vax ignorante, il giornalista antisistema, sino appunto al cattedratico filorusso, al Paladino di Putin che più di tutti gli altri bimbumbam della tv, ne ha svelato la degradazione. Ha infatti svilito, nel terribile tempo di guerra, la figura nobile dell’ospite, ha mortificato il dibattito tra competenti e ha caricaturizzato i saperi. E con questi animatori tv non bisogna mai ingaggiare polemiche perché se ne nutrono. Posano sempre a martiri della libertà e, basta che li nomini (quando ti ricordi il nome) e ti accusano di compilare liste di proscrizione, di imbavagliarli. Povera Rai come ti sei ridotta: gli Orsini “ te li vai a cercà cor lanternino ” si dice a Roma. Il “problema Orsini” non è infatti il compenso da intrattenitore, ma il quarto d’ora di celebrità che gli sta facendo vivere una tv senza idee che, con il Paese coinvolto nella guerra, ancora e a tutti i costi va a caccia dell’audience confondendola con la qualità e con la libertà. Purtroppo, Putin ha ben altri crimini da scontare prima che gli si possa mettere sulla coscienza anche Orsini.


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