dal Fatto Quotidiano
“Caro Marcello, caro Fedele, è stata davvero una bella mattinata nella quale alcuni ‘vecchietti arzilli’, come quelli di Cocoon, hanno ritrovato il gusto del sogno”. Una lettera, scritta da Denis Verdini, attualmente ai domiciliari, e indirizzata a Marcello Dell’Utri e Fedele Confalonieri, per spiegare ai destinatari la miglior strategia affinché Silvio Berlusconi venga eletto al Quirinale. La missiva è stata riportata dall’edizione domenicale de Il Tirreno.
“Finora si è giocato sul piano esclusivo della comunicazione – scrive l’ex senatore di Ala e ‘suocero’ di Matteo Salvini, che sta scontando una condanna definitiva a 6 anni e mezzo per il crac del Credito fiorentino – ma fra 12 giorni a ciò che si comunica dovrà seguire ciò che si fa. Altrimenti sarà un disastro”. Quella di Berlusconi, continua Verdini, “è una legittima ambizione” e “nessuno del centrodestra può negargli questa opportunità”. Ma, con la caccia ai peones, l’ex presidente del Consiglio “ha dato informalmente certezze su presunte disponibilità di voti” fuori dall’area del centrodestra e la sua candidatura “ancora soltanto ipotizzata” ha “scavato una fossa” con il centrosinistra, che ora sarà tentato “dalla soluzione dell’Aventino”, soluzione che venne scelta dal centrodestra fece quando i dem avanzarono l’ipotesi di eleggere Romano Prodi.
“Ciò che non si può pretendere” da Matteo Salvini, scrive ancora Verdini parlando del compagno di sua figlia, è che “rinunci al tentativo di esercitare un ruolo da king maker”. Al leader della Lega “si può chieder lealtà ma non fedeltà assoluta” poiché “un’eventuale sconfitta sul Quirinale pregiudicherebbe la sua carriera politica”. La strategia ipotizzata da Verdini, quindi, prevede che Berlusconi garantisca che Forza Italia resterà ancora nel centrodestra: “Niente patti con Letta e Renzi”, azzeramento del “chiacchiericcio” sui giornali circa la possibilità che possa appoggiare, in caso di suo fallimento “Draghi, Amato o chissà chi altro, spaccando il centrodestra”. Perché “se Salvini o Meloni capissero che il ‘Nostro’ ha seconde carte o piani B, sarebbe l’intero centrodestra a saltare per aria”.
Quindi l’ex senatore di Ala produce un elenco di dieci punti con cui provare a eleggere Berlusconi, tra cui il fatto che l’ex presidente del Consiglio non faccia trapelare giudizi negativi su possibili candidati di centrodestra e che riconosca a Salvini “l’agibilità politica del risultato”. E i consigli si fanno anche operativi, in modo da comprendere se qualcuno ha ‘tradito’ la missione ufficiale della coalizione. Come fare per capirlo, eventualmente? ‘Marchiando’ le schede, così da renderle riconoscibili: a Fratelli d’Italia sarà detto di scrivere “Silvio Berlusconi”, alla Lega “on. Silvio Berlusconi e così via”, scrive Verdini nella sua mail. Ma se “sfortunatamente” l’ascesa al Colle non dovesse realizzarsi “Silvio deve permettere a Salvini (il gruppo di grandi elettori più grande) di portare a termine l’obiettivo di eleggere un presidente di centrodestra, fornendogli tutto il suo appoggio”. Anche perché, conclude Verdini, se alla quarta chiamata il fondatore di Forza Italia non fosse eletto, ma avesse tutti i voti del centrodestra, potrebbe “ritirarsi con dignità”. Ma se non ottenesse neppure quelli “sarebbe un disastro. E ancora peggio per chi lo ha portato a questo punto”.
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