venerdì 28 gennaio 2022

Marco Blade Runner

 

Ho visto cose…
di Marco Travaglio
Ho visto cose che voi umani… avete visto tutti, salvo i fortunati che non guardano la tv e i giornaloni.
Ho visto il presidente del Consiglio fare le consultazioni per scegliersi il presidente della Repubblica e minacciare, tramite indiscrezioni mai smentite alla stampa amica, di prendere cappello e andarsene se non fosse eletto lui o chi piace a lui.
Ho visto Salvini rientrare al Papeete (gli porta buono) e lanciare per aria tre candidati all’ora come frisbee e scordarseli subito dopo mentre ne lancia altri (tra cui Cassese che lo dipingeva come un troglodita “fuori dalla legalità costituzionale”), confondendo il kingmaker con King Kong.
Ho visto il centrodestra candidare a capi dello Stato Berlusconi, Pera, Moratti e Nordio e poi smettere per non soffocare dal ridere, su consiglio del prof. Zangrillo.
Ho visto il terrore negli occhi dei forzisti alla sola idea che la forzista Casellati prenda voti, certamente non da loro.
Ho visto grandi elettori a forma di poltrona votare Mattarella per dire che va bene tutto tranne Draghi e grandi giornalisti a forma di lingua che li spacciavano per fan di Draghi in incognito.
Ho visto Di Maio lanciare l’ultimo sombrero sulla Belloni al grido di “lei è mia sorella”, dopo aver fatto trapelare parentele strettissime con tutti i quirinabili su piazza (una sessantina) e senza spiegare come possa un avellinese di 35 anni avere una sorella romana di 63, cosa mai vista prima se non nella famiglia Mubarak. E comunque Draghi è suo nipote.
Ho visto Letta e Renzi insieme (bella battuta già questa) inventare candidati inesistenti, Frattini e Casellati, per fingere di stopparli con la sola forza del pensiero.
Ho visto bocciare Frattini per l’unica cosa che non ha, le idee: “Non è atlantista”, infatti da ministro degli Esteri disertava i vertici europei per starsene su un atollo delle Maldive, sull’oceano sbagliato. Dunque è indianista.
Ho visto due giovani vedove di SuperMario – il rag. Cerasa e Feltri jr. – strillare e flagellarsi come prefiche per il “Draghicidio” e “l’omicidio politico alla baby gang” sol perché qualcuno minaccia di lasciare il premier a fare il premier, malgrado lo scarso rendimento fin qui dimostrato.
Ho visto il sessantaseienne Casini postare su Instagram una sua foto di diciannovenne già democristiano e rivendicare la sua “passione per la politica”, come se questo potesse giovargli.
Ho visto le migliori firme del Paese manifestare sincero stupore per avere scoperto all’improvviso che quell’affabile compagnone di Draghi, pur così empatico, non è amatissimo dai parlamentari, almeno da quelli italiani.
Non ho ancora visto il nuovo presidente della Repubblica, ma questo è un dettaglio.

Nessun commento:

Posta un commento