lunedì 31 gennaio 2022

Becera nazione

 

Storditi dalla debacle quirinalizia, è passata sotto tono la notizia che nel 2022, in Italia, si muore ancora per mancanza di strutture adeguate. 

Ginevra, una bimba di due anni, bella e lucente come la sua terra, è spirata perché, colpita dal Covid nella sua Crotone, anzi in un paese limitrofo, Mesoarca, dove il babbo è carabiniere della locale stazione, ha trascorso le successive quarantotto ore alla ricerca di un luogo attrezzato: non nel suo paese, dove non c'è l'ospedale; non a Crotone dove al San Giovanni di Dio è stata ricoverata dopo mezz'ora di strada ma, con il passare delle ore, il suo peggioramento ha imposto il trasferimento a Catanzaro, 69 km di distanza e un'ora di ambulanza. Ma a Catanzaro il reparto di terapia intensiva c'è ma solo per gli adulti. Non esiste il settore pediatrico in tutta la Calabria. Le terapie intensive per neonati a Catanzaro vanno bene solo per i primi trenta giorni di vita, dopo c'è solo la rianimazione per adulti. 

E allora Ginevra, già in una gravissima situazione sanitaria, è stata trasportata con un mezzo dell'Aeronautica Militare a Roma, al Bambin Gesù, dove è arrivata in condizioni disperate, per poi spirare nella notte. 

Se si mettessero in fila le risorse mangiate, letteralmente divorate, da tutti gli orchi politici che si sono succeduti alla guida della regione Calabria, vi è la certezza che con quei denari si sarebbe potuto erigere un centro pediatrico di livello mondiale! 

Ed invece eccoci qui a piangere Ginevra, angelo salito in cielo, senza che il sistema sanitario regionale abbia potuto contrastare il virus impadronitosi della piccola. 

E' questa la realtà delle cosiddette regioni in affanno, costantemente in affanno, con deficit paurosi frutto di politiche immonde. 

Governatori senza dignità affossarono, e continuano ad affossare terre pregne di sudore, di fatica, di inerzia, di malavita. Ginevra è morta per l'inefficienza della sanità pubblica. Ginevra ci ha lasciato nel pianto per gli errori di molti, troppi. Nelle regioni del sud è normalità affrontare viaggi e spese per andare in ospedali dignitosi al nord, e nessuno di lagna di questa catastrofe non in sintonia con la oramai desueta modernità. 

Riusciamo ad andare da Roma a Milano in treno in un attimo, continueremo ad accorciare tempi di viaggio per crederci nel futuro. Non siamo riusciti a salvare Ginevra che ha viaggiato per due giorni alla ricerca di quello che in una nazione seria, guidata da persone al servizio della collettività, dovrebbe essere normalità.

Buon viaggio Ginevra. E prega tanto per noi, da lassù. 

    

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