Intrattenere il pubblico
di Michele Serra
Aqualunque ora del giorno si cerchino notizie sulle presidenziali, zoomando su Roma centro si vede il Salvini, di ottimo umore, con un bavero di microfoni sotto il mento, che aggiorna sulla sua febbrile attività di tessitore.
Lascia intendere di avere appena incontrato le più eminenti personalità del Paese, anche quelle segrete (Sgarbaglia? Parozzi?
Frisacchio?), evidentemente tutte residenti nelle viuzze attorno, altrimenti non si spiegherebbe come e quando avrebbe potuto raggiungerle. Fa capire di avere in tasca due o tre carte importanti, variandole a seconda della necessità del momento, come il mago Forest.
Fin qui deve avere pronunciato almeno una dozzina di nomi papabili, l’ultimo dei quali, Casellati, esposto così gravemente al fuoco amico da non avere nemmeno scomodato quello nemico. Quanto agli altri leader non è necessario interrogarli, perché il Salvini li ha appena incontrati tutti, nessuno escluso, e dunque parlare con lui equivale, in questi giorni, a parlare con l’Italia politica al completo.
Loquace, disponibile, tutt’altro che logoro, anche se è costretto dalle circostanze a mostrare una certa compunzione deve divertirsi parecchio. Dev’essere eccitante superare una transenna, uscire da un portone, rientrarvi poco dopo, e ritrovarsi attorniato da cronisti e cameramen che ti chiedono cose che non sai sapendo benissimo che non le sai, ma fingendo che tu le sappia.
Gli si deve riconoscere una certa generosità. Sta intrattenendo il pubblico in attesa che lo spettacolo cominci per davvero.
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