giovedì 4 aprile 2024

L'Amaca

 

Come ti valuto il giornalista
DI MICHELE SERRA
La proposta di regolamentazione dei talk show pre-elettorali formulata dalla deputata Maria Elena Boschi prevede l’esclusione, o comunque un severo dosaggio, di «giornalisti eopinionisti che abbiano una chiara connotazione politica». Ma — ed è una grave lacuna — non fornisce i criteri grazie ai quali classificare il grado di «connotazione politica» dei medesimi.
È come il tasso alcolico, la connotazione politica? C’è un apparecchio in grado di misurarla? Esiste un test attitudinale al quale il giornalista dovrà sottoporsi in camerino, prima di entrare in studio? Oppure è in allestimento una apposita commissione giudicante costituita, oltre che da Boschi, da altre eminenti personalità, tutte in grado di attestare la loro conclamata obiettività? E se la connotazione politica fosse solo una tendenza latente, una debolezza di carattere fin qui tenuta sotto controllo, e il giornalista che ha sempre detto cose sensate e cortesi d’un tratto sbotta in diretta, si alza in piedi e grida “addavenì Baffone”, o “Heil Hitler”, o “vota Antonio”? In quel caso, a quale capostruttura o conduttore o autore imputare la colpa di averlo invitato? E il giornalista bipolare, di destra al risveglio e di sinistra dopo il tramonto (perché con il calar del buio diventa malinconico), come deve essere trattato?
Infine: è da considerarsi «chiara connotazione politica» la permanenza in quasi tutti i palinsesti, fin dalla fascia mattutina, di opinionisti e giornalisti che danno prova di una appassionata militanza in favore del proprio ego?

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