giovedì 25 aprile 2019

Mission impossible?


L'ignoranza, la sottocultura, il degrado mentale, la fede deformata dall'impossibilità a pensare umanamente per deficit culturali. La pazzia che scaturisce dalla mancanza assoluta di traguardi, obiettivi, speranze di sollevamento personale. 
Fino ad oggi pensavo che fossero questi gli ingredienti da cui fioriva la cultura di morte innescante l'idiozia che porta esseri umani a farsi esplodere in chiese, in strade, in palazzi con il seguito di nefasti e tremebondi assassini di massa. 
Fino ad oggi. Poi leggendo che uno dei kamikaze dello Sri Lanka, Inshaf Ahamed Ibrahim, di 33 anni, aveva una laurea presa in Inghilterra e un dottorato in Australia e, a completare il nefasto quadro, era ricchissimo possedendo tra l'altro una fabbrica di rame, la Colussus Copper a Wellampitlya nel nordest di Colombo, dove sono stati pure fabbricati i giubbotti esplosivi usati dai 9 bastardi, questo convincimento si è afflosciato come un pupazzo di neve a 25 gradi. 
Tra loro vi era pure Fatima che si è fatta saltare assieme ai tre figli più quello che portava in grembo, nella sua bella villa di Dematagoda, ridotta in macerie allorquando tre militari, morti anch'essi, andarono a prelevarla per portarla in galera. 
E dunque? 
Crollano le convinzioni, resta un mistero e la certezza che sia sempre più difficile, se non impossibile, prevenire questi eccidi di massa dettati dalla pazzia e da una fede insanamente alterata. 
Se anche persone agiate, istruite, capaci di discernere il vero dalle agghiaccianti favole, perseverano e seguono tali insegnamenti, vanno dietro a convincimenti pazzeschi, allora tutte le attività messe in atto per fermare le stragi, diventano come detto neve al sole. 
Siamo in preda ed in mano a scellerati che ardono di uccidere loro simili, privi di guide spirituali che riescano ad imporre la ragione, ogni fede pur essendo spirituale ha in sé un basamento di ragione, di pragmatismo, di concretezza. Se questo non accade sorge come epidemia, credenze deleterie, violente ed assassine. 
Pur riconoscendo i gravi errori del passato, e del presente, di noi cosiddetti occidentali, urge una coesione in grado di far ragionare, meditare, screditare teorie tanto imbelli da farci rimanere basiti in merito all'alto grado di aggregazione che riescono ad ottenere. Nei poveri substrati di menti malate per povertà e assenza di scopi ed ora, ahimè, pure in cervici agiate ed istruite. 
Chissà dove andremo a finire! 

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