sabato 26 dicembre 2015

Sensazioni


Come un bimbo la mattina del 26 uso dei regali ricevuti. E come potrei non guardare il concerto del 1980 del "The River Tour" di Bruce Springsteen a Tempe?
Una cascata di sensazioni, di elettricità tali da far sobbalzare neuroni, organi come il fegato provati dal pranzone natalizio.
Una sparata di decibel che ha fatto danzare tutto il condominio, compreso una signora ultraottantenne uscita sul pianerottolo con una scopa in mano a mo' di Fender!

Il Rock si è accomodato in poltrona al mio fianco con tutta la vitalità che è capace specificatamente di insufflare. 
Diranno gli stolti: ma il 1980 è troppo lontano, come si può magnificare il passato, attualizzandolo? 
Già! Si potrebbe pensare proprio così se non fosse per la convinzione di quanto il Rock sia immortale, si rigeneri, si rinnovi per rinnovare, vada a scovare pensieri e ricordi metabolizzandoli per rendere la storia attuale, consegnandoci sensazioni simili a quelle gustate dai fans 35 anni fa, come un'opera di Buonarroti continua a donare epiche emozioni dopo mezzo millennio. 
Springsteen parrebbe aver dato tutto in quegli anni: Born to Run, the River, Badlans, Cadillach Ranch, Thunder Road, Rosalita, hanno più di 35 anni. Ogni volta però che ci vengono riproposte consegnano novità, vibrazioni di cuore, debellanti noia ed indifferenza. 
Vederlo volare sul palco, rivedere Clarence, captare l'energia sprigionata in quegli anni, rilassa il cuore per la certezza che le sensazioni sgorgate in momenti passati non tramonteranno mai, certi come siamo di essere chiamati sempre a correre, correre verso un'ennesima novità attendente dietro l'angolo. 
D'altronde siamo tutti Born to Run, giusto Boss?

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