Piacenza: "Andiamo a fare una passeggiata?" Un tale invito, specie dopo pranzo può avere vari risvolti a cominciare da cosa s'intende per passeggiata. Il mio personale metro di giudizio idealizza nella passeggiata pomeridiana, un giro di palazzo abbastanza frettoloso per poi rientrare in bicocca a sgrananarsi la pennica istituzionale, prevista dal trattato di Ginevra.
Ma non tutti siamo uguali! E lo spettro di Abebe Bikila con occhi inorriditi, intravisto nello specchio del bagno, mi avrebbe dovuto mettere in allarme!
Dieci chilometri sulla sponda del Po, lambendo la provincia di Milano al punto da farmi udire chiaramente i fremiti delle ali dei piccioni di Piazza Duomo ed il profumo dei panettoni artigianali per ricchi, proveniente da Peck!
Inoltre, non essendo strutturato per imprese da Guiness ed avendo ai piedi scarponcini da passeggio normali, mi sono scorticato il tallone con dolori simil parto (cit.) che mi hanno permesso di dialogare amabilmente con la Vergine del Grisallo attorno alle tematiche inerenti il Concilio di Nicea.
E che dire dell'abbigliamento? Vestito da domenica in modalità boffice e quindi impreparato alla marcia, ho sudato come un koala rinchiuso per sbaglio dentro una sauna, svestendomi dalla cipolla ad ogni miglio e cercando di vendere, a malcapitati presi di mira, capi al momento inutili e d'ingombro quali giaccone, maglione, pantaloni e quant'altro, desiderando, per calura, di ripetere la scena del poverello d'Assisi in "Fratello Sole e Sorella Luna", allorquando decide di spogliarsi dei beni del padre!
Ma dopo aver sfiorato il Cervino, con una curva benevola e ripiegante che mi annunciava il rientro e con il sole in procinto di abbandonare la scena, lo sbalzo termico tipico dei paesi scandinavi, mi agghiacciava al punto da far impallidire Fleming, dubbioso sull'efficacia della sua scoperta difronte al mio broncospasmo, simile in potenza al fischio del Monaco-Stoccarda in partenza in grave ritardo, con a corredo le stalattiti createsi sotto le ascelle. Dopo aver percorso miglia in quantità superiori a quelle di Marco Polo ed aver sognato tutti gli angoli relax Ikea (catalogo 2015) ed aver mentalmente assaporato entrate in terme defaticanti con massaggiatrici che somigliavano in tutto a Bar Refaeli, ho intravisto il portone di casa con la stessa gioia che provava la Minetti allorché adocchiava il palo della lap-dance durante le "cene eleganti".
Levatomi le scarpe con lo stesso rumore prodotto da Matt Damon al rientro nella base da un'ispezione sul pianeta rosso in The Martian, ho riflettuto molto sul valore delle parole che ognuno di noi detiene, preparandomi nel contempo ad un'eventuale prossima proposta del tipo "andiamo a fare un giro in montagna?" prendendo già confidenza con tende, crepacci, ramponi e con la tenera amica scodinzolante Titina!
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