domenica 12 ottobre 2014

Genova per noi


I garruli politicanti scelgono il profilo basso, quasi estraniandosi dall'ennesima sconfitta della ragione, della vita sociale che ha colpito Genova.
Il perfetto meccanismo della politica, regionale e locale, permette infatti di passare ad altri colpe e inefficienze, in un meraviglioso, per loro, gioco al rimpallo in attesa che la polvere dei ricordi copra ancora questi indicibili misfatti.

Brontolo-Burlando evita Genova e passa come un lampo in paesini sparuti dell'entroterra e quasi pare manifestare insofferenza per questo inciampo che rallenta la gioiosa macchina propagandistica atta e orientata verso la primavera del 2015, allorché, udite-udite, potremo riassaporare una delle oramai sparute possibilità di votare per le regionali. 


E la Candidata Lella, quella del fare, quella che vive, a detta sua, tra la gente e per la gente? 
Scomparsa, volatilizzata, evaporata. Lei che tra l'altro dirige anche la Protezione Civile è assente da tutti i media, consigliata dai soloni dell'immagine piddina che le insufflano la regola dell'assenza quale argine alla perdita di voti e simpatie. 


Il sindaco Doria che pare un turista inglese al quale abbiano rubato i bagagli, si aggira a raccontar fiabe ed aneddoti per placare l'aspro, solenne e giusto risentimento del popolo genovese. 


Genova è la storia di questo paese in mano a predatori della peggior specie che generando sistemi perfetti gonfiati come cime di carne da cavilli, postille, articoli di codici, di ordinamenti, di regolamenti, di ricorsi, controricorsi e cotillons, permette al milione e trecentomila composto da chi vive di politica, di continuare a farlo alla grande, armati come sono da specchietti da agitare al popolo babbano, come me, infarcendo la torta di promesse, di sogni, di sonore prese per il culo. 


L'esercito arrivato dopo 48 ore è il simbolo del fare solo per non sparire, mentre la vera nobile arte del saper far politica per il cittadino è cosa oramai relegata nelle case Serene per anziani. 


L'abbronzato sarzanese, la Lella di tutti noi, il Boffonchiandoburlando, l'inglese ansioso insieme a tutti gli altri confermano quanto sia becero e vergognoso questo sistema necessariamente da abbattere, a tutti i costi. 


Sullo sfondo, tra le palate nel fango dei giovani sani e di speranza, si staglia la oramai classica frase dell'Idiota, di colui che eliminerà per sempre l'opposizione per queste larghe intese con un Delinquente per la spartizione del potere, lui l'Inetto, lo Sbruffone, il Mitomane, lo Sparaccazzate, il Fanfarone, l'Imbelle, il Pifferaio, il Continuatore atto a mantenere a galla questa politica di merda: 
"Non lasceremo sola Genova!"

Ma va a cagher, Pirla!

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