martedì 2 settembre 2025

Ricconi e sbruffoni

 

Macron deve incolpare il dumping del fido Renzi
DI DANIELA RANIERI
Italia paradiso fiscale per riccastri di tutto il mondo, seconda parte. La notizia pubblicata dal Financial Times secondo cui sotto il Duomo di Milano si stanno riunendo i super ricchi di ogni Paese approfittando della legge fiscale italiana molto lasca nei confronti dei loro patrimoni (ci volevano i britannici per scoprirlo), è arrivata fino in Francia, causando un rosicamento mai visto del premier François Bayrou.
Ora questo Bayrou, una specie di Tajani messo lì da Macron dopo la caduta del governo di Michel Barnier, l’esponente di un partito di destra arrivato ultimo alle elezioni e quindi a sua volta nominato da Macron purché al governo non andasse qualcuno del Noveau Front Populaire, l’unione delle sinistre guidate da Mélenchon che le elezioni le aveva vinte, ha accusato l’Italia di praticare “dumping fiscale”, cioè in sostanza di rubare i ricchi alla Francia, grazie alla tassazione favorevole. Il nostro governo, che non ha niente a cui pensare, ne ha fatto un caso diplomatico (“L’ira di Palazzo Chigi”, Corriere), a pochi giorni da quello causato da Salvini, che aveva invitato Macron ad “attaccarsi al tram” in merito alla proposta di mandare truppe in Ucraina. Allora si era espresso anche Renzi, subito interpellato da Repubblica in quanto statista e uomo di mondo, il quale aveva naturalmente preso le difese di Macron contro quel peracottaro di Salvini; ma il caso attuale dà luogo a uno spassoso cortocircuito, per cui – seguiteci – questo Bayrou, pura emanazione macroniana, ha deprecato una misura fiscale inventata e varata non già dal governo Meloni, bensì proprio da Renzi, che di Macron è da sempre il più affermato esegeta e supporter, anzi: per i nostri giornali ne è una specie di doppelgänger, scaltri e vincenti come sono entrambi. Non solo: si dà il caso che Renzi aveva fissato la quota della flat tax per i milionari (di cui en passant fa parte) a 100 mila euro, mentre Meloni l’ha alzata a 200 mila.
Capite che è un caso psicologico: che farà adesso Matteo? Difende Bayrou, e quindi il suo mito Macron (di cui imitava pure i pranzi al sacco in maniche di camicia bianca, come quei picchiatelli vestiti da Elvis che si fanno fotografare nei motel e nelle sagre del bisonte nel Wisconsin), o la sua legge del 2016? Il post che scrive su X a seguito del fattaccio è alquanto arcano: “Quelle che Bayrou chiama politiche di dumping fiscale sono scelte fatte dal mio Governo nel 2016. Il mio amico François evidentemente non è informato. Il dumping non lo fa l’Italia. Il Governo francese impari a riconoscere gli alleati dai nemici”. Questo insieme di frasi accroccate senza nessuna relazione l’una con l’altra chiude il fronte “è stato Renzi a introdurre il forfait per i super-ricchi” (ma va’? Noi pensavamo ci stessero indagando i Ris di Parma) e ne apre un altro: con chi ce l’ha, Renzi? Chi fa dumping? L’Arabia Saudita? Il solito Lussemburgo? La classica Svizzera? A dire il vero, proprio la Svizzera, la cassaforte dei nostri più incalliti evasori, recentemente si è risentita con noi perché due manager di peso hanno lasciato Ginevra per prendere la residenza da noi (v. Palombi sul Fatto del 19 agosto), denunciando la nostra concorrenza sleale nell’imbarcare i riccastri egiziani, russi, arabi che ormai preferiscono il provolone agli orologi di precisione. Quindi Bayrou deve essersi già informato: se c’è qualcuno che fa dumping in Europa, quella è l’Italia, se è vero, come è vero, che nel corso di quest’anno sono attesi circa 3600 nuovi ricconi (conosciuti nell’ambiente con l’acronimo Hnwi, che sta per High Net Worth Individual, individuo ad alto patrimonio netto, tra i 5 e i 30 milioni di euro). Meloni e il sottostante Tajani si sono indignati, ma non si capisce perché: non è esattamente il programma di governo (e non solo: del neoliberalismo tutto) quello di attirare gli abbienti ed espellere i poveri, sia stranieri che italiani?
A concorrere all’effetto comico del tutto, il fatto che Bayrou, che rischia di andare a casa tra una settimana perché i governi assemblati da Macron si tengono su con lo scotch, ha tirato fuori questa cosa del dumping fiscale per spaventare i francesi con lo spauracchio di una patrimoniale per i ricchi ventilata dai socialisti per rianimare le casse dello Stato. È l’orco che il blocco borghese tira fuori ogni volta che si parla di alzare un pochino le tasse a questi poveri ricchi, costretti a migrare con la loro ventiquattr’ore piena di banconote per tutta l’Europa in cerca di una tassazione più umana. È il motivo per cui ogni elezione tutti i media padronali fanno il tifo per il fantomatico “centro”, incarnato da Renzi e Calenda, i quali – stando ai giornali borghesi – dovrebbero poter contare almeno sul 30% dei voti, invece inopinatamente ne hanno meno di un decimo, segno che questi super ricchi hanno preso la residenza in Italia, ma non hanno ancora la cittadinanza per votare.

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