Il primo miracolo
DI MARCO TRAVAGLIO
Forse è solo un fuoco fatuo. Ma la storica foto di Trump e Zelensky seduti faccia a faccia sulle due sedie rosse e dorate fra i marmi di San Pietro, protési l’uno verso l’altro a parlare di pace a pochi metri dalle spoglie di Francesco, ha acceso le speranze del mondo intero (fatta eccezione per chi è troppo impegnato a salvarsi la faccia per preoccuparsi di salvare vite). E ha oscurato persino le immagini solenni del funerale del Papa, che sarebbe il primo a gioirne: la pace non è morta. In questi anni si è battuto solitario, incompreso, frainteso e vilipeso, per convincere i potenti della Terra a fermare le 56 guerre che la insanguinano, dall’Ucraina a Gaza in giù. E proprio nel giorno della sua sepoltura quel gesto così normale pare il suo primo mezzo miracolo: un colloquio sottovoce, lontano da orecchi indiscreti, clamori mediatici, ansie di uscire vincitori con rivendicazioni irrealistiche e minacce umilianti. L’opposto di quello di due mesi fa nello Studio Ovale. Anche i séguiti fanno sperare: dopo le bacchettate a Zelensky di questi giorni, Trump dà una botta a Putin condannando gli ultimi bombardamenti e lo sfida a non prenderlo in giro; Putin non risponde a brutto muso, ma annuncia la completa liberazione di Kursk e si dice pronto, ora che la contro-invasione è respinta, a negoziati diretti con gli ucraini “senza precondizioni”. E, sull’altro fronte, Hamas offre una tregua a Tel Aviv con la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani, mentre fila liscio il terzo round tra Usa e Iran sul nucleare malgrado l’esplosione al porto di Shahid Rajaee e Trump giura che “Netanyahu non mi trascinerà in guerra con Teheran”.
Sono solo parole che attendono la prova dei fatti. Ma parole molto diverse da quelle bellicose e belliciste che ascoltavamo fino a qualche giorno fa. Parole “disarmate”, come aveva auspicato il Papa nella lettera scritta al Corriere il 14 marzo dall’ospedale (“Disarmare le parole per disarmare le menti e disarmare la Terra”). Ed è paradossale che, a innescare almeno verbalmente questo circuito virtuoso, sia un leader rozzo, violento, antitetico al messaggio bergogliano come Trump. Perciò il Papa parlava con tutti, anche con le peggiori canaglie (“Dio condanna il peccato ma salva il peccatore”), senza sconti ma senza rotture. L’ha spiegato padre Antonio Spadaro a Daniela Ranieri: “Quando si rivolge a politici e capi di Stato, lui punta il dito sui fatti, non attacca i singoli. La sua è una diplomazia ‘sartoriale’, tende a ricucire”. Nei Vangeli la Provvidenza si serve del Male – Giuda, i sommi sacerdoti, Pilato – per propiziare la morte e resurrezione di Cristo. E nei Promessi sposi usa don Rodrigo e l’Innominato a fin di bene. Se ieri, in piazza San Pietro, qualcuno lo ha capito, quel funerale diventerà una festa.
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