martedì 11 luglio 2023

L'Amaca


Un feuilleton di corte
DI MICHELE SERRA
Ogni vicenda familiare, gravida di sentimenti privati, meriterebbe rispetto e discrezione; non fosse che famiglia e partito, nel caso di Forza Italia, sono la stessa cosa, entrambi disponibilità prima del defunto e ora dei suoi eredi; con un salto indietro nei secoli che rimanda alle successioni dinastiche e agli intrighi di corte. E dunque, essendo i partiti oggetto di pubblico interesse, e protagonisti della democrazia, la discrezione non solo non è consigliabile, ma sarebbe una sconveniente omissione.
Ci tocca occuparcene, anche se è a tutt’altro che dobbiamo i nostri momenti di benessere.
Dunque si legge con inevitabile curiosità ogni scampolo di gossip sull’eredità Berlusconi; quella patrimoniale e quella politica, anch’esse sovrapponibili. Si sgranano gli occhi di fronte alla chiostra di cortigiane-deputate in lite tra loro (non si offendano: le cortigiane, come insegnava Scalfari, erano donne importanti e – un tempo – di grande cultura). Si fa memoria a noi stessi, sebbene increduli, che la signora Fascina è al tempo stesso l’ultima vedova del monarca e una influente parlamentare, e dunque i cento milioni (più tesorone che tesoretto) da lei ereditati potrebbero avere anche una destinazione politica, parte in tailleur e merletti, parte per risanare i debiti del partito; che il seggio da lui lasciato vacante al Senato è stato riassegnato, incredibile ma vero, da una “riunione di famiglia”.

Infine, irrisolto, il cosiddetto mistero del figlio minore, Luigi, la cui parte nel feuilleton sembra quella dell’escluso o del diverso, avvolto nel silenzio. Che sia comunista? Sarebbe, diciamolo, un magnifico colpo di scena. Ma anche i romanzi non sono più quelli di una volta. 

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