lunedì 24 luglio 2023

I deboli alla fine..

 

L’incredibile caso del Lecco. Regole ferree solo per i piccoli: anche se non hanno colpe
di Paolo Ziliani
Avete presente il Leicester che nel 2016, dopo essersi salvato all’ultima giornata nel campionato precedente, riuscì nell’impresa di conquistare il titolo in Premier League davanti a corazzate come Arsenal, Tottenham, i due Manchester e il Chelsea? Beh, fatte le debite proporzioni, il Lecco che il 18 giugno ha conquistato la serie B al termine dei playoff di C nel corso dei quali ha demolito squadroni, al suo confronto, come Ancona, Pordenone, Cesena e Foggia, è stato un po’ il piccolo Leicester del calcio italiano. E non ci crederete, ma la curiosità e la simpatia che lo hanno accompagnato in questa cavalcata compiuta in un calcio dimenticato come la serie C italiana, hanno fatto sì che la finale col Foggia, trasmessa su Rai 2 il 18 giugno, superasse il 10% di share con picchi di ascolto superiori al milione di telespettatori.
Di solito si dice: Davide ha battuto Golia. Solo che qui Davide – cioè il Lecco – è arrivato in serie B battendone quattro, di Golia. Per la sua impresa si è commossa mezza Italia: ma le lacrime di gioia si sono trasformate adesso il lacrime di rabbia. E dire rabbia è dire poco. Come mai?
È successo che quell’entità maligna che risponde al nome di Figc, la Federazione Italiana Gioco Calcio, ha reso noto che la promozione del Lecco in B è stata annullata, cancellata. Motivo: il giorno 20 giugno scadevano i termini per iscriversi ai campionati e il Lecco ha spedito la Pec con la documentazione richiesta con due giorni di ritardo. Per cui nessuna pietà. La Figc che il 30 maggio si è inventata l’obbrobrio del patteggiamento che ha salvato la Juventus dalla serie B – per non dire serie C – scassando leggi e regolamenti, ha detto che le regole sono regole e vanno rispettate. Amen.
Ebbene: volete sapere di chi è stata la colpa dei ritardi che hanno impedito al Lecco di rispettare i tempi previsti dall’iter? Della Federazione. I playoff di C avrebbero infatti dovuto iniziare domenica 30 aprile; ma poiché c’era una squadra, il Siena, in attesa di giudizio e a rischio penalizzazione, sono stati posticipati all’11 maggio. Lo slittamento ha fatto sì che la finale, originariamente prevista l’11 giugno, sia stata giocata il 18: con soli due giorni utili, al Lecco, per potersi mettere in regola. Fosse rimasto in C il suo stadio sarebbe andato bene: in serie B no. Il presidente Di Nunno si è subito attivato, ha ottenuto l’okay del Padova per giocare allo stadio Euganeo ma il prefetto di Padova era assente e ha potuto firmare il documento solo al suo rientro, due giorni dopo. Di qui il ritardo nell’invio della Pec in Federazione.
Il responsabile dell’ufficio giuridico Figc nonché braccio destro di Gravina, l’avv. Giancarlo Viglione, con grande onestà ha dichiarato. “Il Lecco ha meritato la promozione sul campo. È la Figc ad avere sbagliato: quando la Lega Pro ha cambiato il calendario avrebbe dovuto posticipare il termine per l’iscrizione della squadra vincitrice dei playoff. Tra l’altro il Lecco aveva presentato istanza di proroga, ma senza nemmeno ottenere risposta. L’errore commesso non può ora ritorcersi proprio sul Lecco”.
Per la cronaca: poiché il 20 giugno scadevano anche i termini per iscriversi ai campionati di C e D, per la Figc ora il Lecco può tornare a giocare solo ripartendo dalla Terza Categoria. Non è una battuta. E sapete perchè tutto ciò sta succedendo? Perchè il Lecco è un piccolo club. Che in B avrebbe stonato: meglio Brescia, meglio Perugia, meglio Benevento. Se non sei nessuno, è meglio se sparisci.

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