mercoledì 7 dicembre 2022

L'Amaca

 

Eros e inciviltà
DI MICHELE SERRA
Che cosa possiamo fare, noi altri, per la libertà delle donne dell’Iran, e dell’Iran nel suo insieme? La domanda non è retorica, è concreta. È operativa. Se cercate in rete “iniziativepro Iran”, o “iniziative per le donne dell’Iran”, trovate poco, e quel poco risale soprattutto a settembre-ottobre. Sparuti comunicati di siti politici, legati a partiti o singoli esponenti, e prese di posizione puramente simboliche di consigli comunali, tengono viva la fiammella dell’attenzione fino a oggi. Ma, con tutto il rispetto, si tratta di briciole rispetto a una rivoluzione, e una repressione, di sconvolgente drammaticità. E di impareggiabile rilevanza.
I fatti li conosciamo tutti. Ragazze che vogliono portare i capelli sciolti, non sopportando più l’odiosa oppressione clericale. Un clero stupido, terrorizzato, decrepito, violento che uccide centinaia di giovani, anche minorenni, pur di difendere un regime stupido, terrorizzato, decrepito e violento.
L’abominevole esistenza di una “polizia morale”, che bastona e spara. Due ragazzi che si baciano e diventano l’icona di una sfida mortale tra libertà e oppressione, tra eros e inciviltà. Che altro servirebbe per fare dell’Iran un caso mondiale, con assemblee in tutte le scuole, e cortei di studenti ovunque nel mondo, e presidi ininterrotti davanti alle ambasciate di quel Paese? Il sostanziale silenzio occidentale, nei confronti di quel martirio, conferma l’antico sospetto che la libertà sia, per noi, solo una consuetudine scontata, una pigra abitudine. Così pigra che nemmeno ci accorgiamo di quanto preziosa possa essere per chi ne è privato a partire dal proprio corpo. Non dagli ideali: dal proprio corpo.

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