Ho appena visto l’inizio del Godunov alla Scala (due ore e cinquanta di opera in russo - ah se ci fosse ancora il Ragioniere!-) con Bruno Vespa e la Carlucci a presentare! E poi il palco reale con l’arrivo di Mattarella e l‘ovazione per il presidente degli astanti, che a me - forse invidia? Chissà…- ha dato l’impressione che fosse più gioia per averla sfangata che per la sua persona, ovvero con tutte quelle persone importanti in brodo di giuggiole per il nuovo corso, con Nordio già impegnato a depressurizzare il proscenio con le riforme che affievoliranno assai eventuali reati commessi da lor signori; e la gioia, le grida pareano inneggiare al libera tutti - a tratti sembrava dicessero “ce l’abbiamo fatta, urrà!”
E su quel palco assieme alla Von der Leyen ecco a sinistra del presidente - che orrore dire a sinistra! - l’altro presidente, quello del Senato che, si sa, è un fascista impenitente; e ultima la Giorgia di nero vestita che col suo “ao” caciottaro sta al Godunov come il Cazzaro al ragionamento - a proposito! Ma come mai non c’era? Forse perché credeva fosse domani? -; insomma mi piacerebbe tanto scoprire la percentuale di coloro che sono lì per ascoltare l’opera e quanti invece si sono presentati solo per sfoggiare la propria divaricazione sociale!
Ogni anno la prima della Scala ci evidenzia proprio questo, trasmettendocelo in musica: noi siam noi e voi nun siete un …!
Prosit!
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