Un consiglio. Aspettate una vita prima di confermare la morte, spaziate nel costretto, sommate le orecchie agli occhi, moltiplicate le braccia per le dita, portate al cuore una mano e alla bocca un regalo. Guardate quel che c’è d’inviso in voi senza approfittare dello specchio, andate a spasso con lo spasso stesso. Fate un giro su voi stessi poi scendete e fatene uno su voialtri, calandovi nella parte quando va via: riuscirete così a scoprire la differenza tra tori e genitori, tra oste e ostetrica, tra pietà e pietanza, tra fame e appetiti. Vedrete finalmente che basta solo confondere consenso con nonsenso e si entrerà nel nuovo paradiso extra terrestre, dove ogni cane ne è anche il padrone, ogni iniziato ne è sua pura conclusione, dove in ogni grembo paterno s’aspetta qualcuno ma senza certezza, lasciando tutto così come non è. Perché non vogliamo mica andare su Venere, vogliamo andare con Venere su Plutone, per Giove, portando l’altruismo alle stelle.
(Alessando Bergonzoni. Aprimi cielo)
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