mercoledì 23 settembre 2020

Pluto Molinari non demorde!

 


Benché asfaltato referendariamente, il direttore di Repubblica Molinari, fautore del nuovo corso plutocratico del giornale di proprietà della Famigliola Sabauda, continua nella sua personalissima campagna infangante il Movimento, reo a suo dire di essere populista, ovvero, cito testualmente "Qualsiasi movimento politico diretto all'esaltazione demagogica delle qualità e capacità delle classi popolari", come se il male di tutto quanto stia accadendo sul nostro suolo sia ad esso riferibile, dimenticandosi ad hoc invece che molti elettori abbiano scelto, per fortuna, il voto disgiunto che ha agevolato la vittoria della sinistra in Puglia, bloccando il Cazzaro e la sua snaturata smania di accalappiarsi il Paese intero. 

Ma il plutocrate pennivendolo non si arresta nel suo livore, nella sua azione scellerata per agevolare, almeno lui lo spera, un ritorno alla tecno-pluto-rapto-finanzicrazia che tanto bene fece anni addietro, soprattutto per l'eclatante divario sociale fondato sull'evasione autorizzata ed impunita che ha permesso a pochi di veleggiare - uso questo termine perché ho ammirato recentemente il nuovo veliero del Trochetto di tutti noi, si proprio lui che nei tempi dorati entrò in Telecom riuscendo a vendere i gioielli di famiglia, palazzi e quant'altro, alla Pirelli sempre a lui vicina, per riempire sconsideratamente il proprio forziere - alla faccia dei tanti rimasti al palo a leccarsi ferite. 

Pluto Molinari gode nel vedere il disastro elettorale dei populisti, non tanto quelli del Cazzaro, ma gli altri che non sono mai stati beccati con le mani nella marmellata e vengono oramai all'unisono decritti come incapaci, inadatti, imbelli, forse perché non sottostanno alle regole di quel mercato che nel lucro e nell'arricchimento ripone i suoi dogmi. 

E allora che continui questo linciaggio pubblico verso chi, non ci sono controprove in merito, pare essere lì a servizio della collettività. Ma soprattutto Pluto Molinari soffia sul fuoco della derisione in vista, e per mandato dei suoi padroni, dell'arrivo della Torta Europea di oltre 200 miliardi che a Plutonia vorrebbero fosse ripartita in fette disuguali, come anche l'altro Pluto, Carlo Bonomi, agogna e spasima si realizzi, tralasciando naturalmente il particolare, il pulviscolo, del capire chi sia che annualmente si dimentichi di dichiarare un centinaio di miliardi di tasse.

Ma a questi Pluto ciò non interessa. Il problema sono sempre quegli scapestrati che tentano di livellare il vergognoso divario sociale. Una sconcezza per l'establishment dorato ed inchiodato al potere.       

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