martedì 4 febbraio 2020

Giù Colavita!



Mentre 700 ossimori di decenza lottano per riavere il malloppo del vitalizio, guidati e coccolati dalla probabile prossima sciagura italica, la narcisa&monarchica Casellati Viendalmare, tanto agognante di Quirinale, assistiamo pietrificati al plauso generale difronte alle nostre eccellenze mediche virologhe che lustrano e rendono sfavillante il nostro paese per quella professionalità evidenziante il trattamento loro riservato dalla politica preoccupata solo del proprio tornaconto. 
Francesca Colavita ad esempio da sei anni riceve 1500 euro mensili per la sua alta opera e, vergognosamente, non ha ancora un contratto indeterminato. 
Strillano e ragliano tutti coloro che da decenni hanno finto di non vedere tale nauseante maltrattamento: alcuni, come il giornale umoristico Libero, retto da un anziano bisognoso di attenzioni e riguardi, incolpando principalmente l'attuale governo, fingono di non ricordare affatto i tagli alla sanità e alla cultura dell'Era del Puttanesimo (Tremonti che disse che non la cultura non si mangia) e dell'Era del Ballismo dove si preferì la mancetta propagandistica degli ottanta euro pre-elettorali all'aumento dei fondi sanitari. 
Altri s'indignano come se non fosse loro chiaro che per la ricerca e la cultura, da sempre relegati nel ripostiglio assieme ai propositi di rinnovamento decoroso, e anche questo governo parrebbe far parte dell'accozzaglia, non si riesca a trovar fondi smacchianti l'onta oscurantista. 
Viene da dire quindi "Giù Colavita!" per rimarcare il senso di inadeguatezza, d'immobilismo generante sfiducia, senso di arretratezza, d'incapacità a gestire le vere eccellenze, i cammei rifocillanti la fame di beltà, di vanto, prioritari per ritrovar forza e umore innescanti la ripresa culturale. 
Se da una parte l'orgoglio c'inebria, dall'altra l'ignoranza ci attenua la speranza che persone come la dott.ssa Colavita infondono, non ultimo l'appello dei tre presidenti leghisti del nord a non far andare a scuola i bimbi che sono rientrati recentemente dalla Cina. Un modo per comunicare, come se ve ne fosse ancora bisogno, che i barbari sono sempre, purtroppo, alla porta (Fontana soprattutto c'insegna magistralmente cosa non bisogna fare per rimanere decorosamente inseriti nel sociale.)     

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