mercoledì 2 agosto 2017

Sentenza spaesante


Per fortuna non siamo degli azzeccagarbugli, non viviamo tra sentenze, avvocati e querele. Piacerebbe però comprendere quale norma sia passata in cervice al Gip Alessandra Cecchelli nell'attimo in cui ha ritenuto di non arrestare un uomo di nazionalità marocchina che si è masturbato su un autobus, versando liquidi seminali sui pantaloni di una donna che gli sedeva accanto. 
Ci piacerebbe sapere come, se tutto ciò fosse accaduto alla signora giudice, ella avrebbe reagito, come si sarebbe sentita dopo tale gesto dequalificante il genere umano. 
Se cioè, al di là del "cavillismo" generante la decisione del Gip che non ha ritenuto di perseguire il masturbante in quanto "non sono presenti elementi per confermare che lo sfregamento masturbatorio ipotizzato sia stato effettuato in appoggio alla gamba della donna" , ovverosia non avendola toccata parrebbe non aver compiuto reato, possa esistere tra codici ed articoli una sorta di umanità, di pensiero popolare, di illuminazione rinascimentale che potesse indurre il giudice donna a pensare e decidere per il giusto arresto in quanto, a parere mio, tale atto di pura violenza, di pazzia eclatante, doveva necessariamente essere punito esemplarmente in quanto ledente la dignità della persona, in questo caso la donna seduta accanto al malato sessualmente. 
Ne va, crediamo, della civiltà, del decoro e del rispetto dell'altro. 
Alla faccia dei codicilli. 

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