Capsula
o cialda?
Se hai la macchina del caffè per cialde devi comprare cialde e non
viceversa. E se invece compri le capsule e a te servono le cialde, e lo sai
perché hai l'apparecchio per le cialde, che te ne fai di due confezioni di
capsule, 18 deka e 18 espresso rigorosamente aperte e quindi non più
sostituibili?
Giacciono
sul tavolo trentasei capsule richiuse nel loro involucro, stanno lì davanti a
me, a ricordarti quanto sia irta e a tratti insormontabile la strada verso una normalità
chimera. Le guardi disilluso, rammaricato, consapevole che far la spesa sia per te un aggravio psicofisico oramai insostenibile, visto che la dabbenaggine
regna sovrana in cervice. C'era scritto diamine, era evidente che fossero
capsule e non cialde. E tu, passando con lo snobismo tipico della Ferragni,
agguanti ogni cosa senza controllo, senza ritegno, perché gli occhiali non te
li puoi più scordare, miseria cane, e il fatto di convincerti che puoi far
tutto ancora senza il loro supporto, te lo devi dimenticare.
Il supermercato non è il luna park immaginato da bimbo, dove tutto luccica e può essere acquistato; non la carbonella se non hai da far la brace, neppure il gelato se non ti precipiti a casa entro un quarto d’ora, evitando di replicare quella scena pietosa in cui quando acquistasti una confezione di sei coni al cioccolato, confidando nella busta termica, andasti a cercare camice per poi, al ritorno, trovarti uno squagliamento generale tipico degli alfaniani in preda al timore di non poter ritornare ad arraffare nella prossima legislatura, una distesa di attrezzi per riproduzione di ottuagenari piangenti e maledicenti il destino che li aveva riposti nel tuo carrello.
Quando entri in un centro commerciale devi partire da un presupposto: cercheranno di appiopparti più cianfrusaglie possibili!
Il supermercato non è il luna park immaginato da bimbo, dove tutto luccica e può essere acquistato; non la carbonella se non hai da far la brace, neppure il gelato se non ti precipiti a casa entro un quarto d’ora, evitando di replicare quella scena pietosa in cui quando acquistasti una confezione di sei coni al cioccolato, confidando nella busta termica, andasti a cercare camice per poi, al ritorno, trovarti uno squagliamento generale tipico degli alfaniani in preda al timore di non poter ritornare ad arraffare nella prossima legislatura, una distesa di attrezzi per riproduzione di ottuagenari piangenti e maledicenti il destino che li aveva riposti nel tuo carrello.
Quando entri in un centro commerciale devi partire da un presupposto: cercheranno di appiopparti più cianfrusaglie possibili!
Devi perciò silenziare
la parte becera di te, un bisonte incarognito, che ad ogni sosta di fronte ad un
articolo trova e propone la scusante per acquistarlo. Ti fermi davanti al
reparto campeggio? "Bella quella tenda, perché non la compri? Si, è vero siamo a
dicembre! Ma se per caso decideste di partire improvvisamente per un viaggio
nella terra del fuoco? Ti troveresti spiazzato! Quindi comprala!"
Una
sveglia?
"Bellissima questa sveglia! Si, ne hai già una mezza dozzina. Ma in
bagno neppure una! E se durante la notte t’assediasse una diarrea sconquassante
tale da farti sostare ore sulla tazza e, addormentandoti, non sentissi il suono
delle altre? Perciò comprala!"
Ma
il nocciolo è un altro: l’incuria negli acquisti. Per te la velocità con cui
passare davanti ai reparti è quella tipica di Vettel quando rientra ai box! T’assale
una spasmodica ossessione di far presto, un po’perché entri dentro al locale
con la stessa voglia di far minzione di un avventore dell’Oktoberfest dopo
essersi scolato quattro mega boccali, e questo genera la fretta più di ogni
altra cosa. In più arrivi quando il centro sta per chiudere e questo scatena
una colossale ansia da rimanervi chiuso dentro, amplificata dai messaggi che
invitano tutti a dirigersi alle casse. Un errore pacchiano questo! Se vi
sommiamo poi la fobia di dimenticarti qualcosa del progetto di spesa, sempre
mnemonico mai scritto su carta ed infine, la distrazione da ragazzino in piena esplosione sensoriale, per cui tutti i panettoncini ondulanti davanti al carrello ti sviano più che il tunnel alla Gelmini, credo che la frittata sia pronta e ben fatta!
Goditi
perciò le trentasei capsule e cogita sulla frenesia e le ancestrali fobie!
Nessun commento:
Posta un commento