venerdì 9 ottobre 2015

Pedanty il Tentatore


Una delle pratiche più pericolose per il sottoscritto, al limite della tossicodipenza, è entrare dentro ad un iper negozio tecnologico, ad esempio Mediaworld o Unieuro.
All’interno dell’animo idealizzo di avere uno gnomo, apparentemente insignificante, che rimuginando in continuazione attua una strategia simile a quella dei potenti autoproclamatisi pacifisti che alla prima occasione costruiscono teoremi e pericoli per dissipare risorse in armi al fine di ri-satollare lobbies armigere che li hanno portati al potere, vedasi USA e nel piccolo la nostra Gianni&Pinotta, ex pacifista. 

Lo gnomo che ho soprannominato Pedanty cerca in tutti i modi di farmi entrare dentro questi luna park del byte con scuse più o meno lecite ma al limite della sfacciataggine.
Pedanty recentemente mi ha indotto ad acquistare una penna usb per caricare file di grosse dimensioni, come film o serie tv. Avevo già una pennetta da 5 Giga con me, quasi inutilizzata, e il senso di vergogna inficiatomi dal malefico gnomo, ha raggiunto vette impensabili fino a farmi sentire a disagio anche seduto al desco con pensieri innaturali del tipo “ Ahh se avessi una chiavetta più capiente potrei portarmi dietro il pesto per condirmi la pasta ovunque” o anche “ieri sera avevo una sete che se vuotavo la birra in una pennetta più grossa avrei potuto soddisfare la mia arsura!”

Questo stillicidio infimo ha innescato, alla lunga, la determinazione all'acquisto. 
Il pretesto per entrare in questi luoghi diabolici, diviene reale, irrefrenabile, inamovibile. Necessito di calze invernali? Devo comprare la pennetta! Non ho più maglioni? Idem come sopra. Cavolo, non ho più niente in frigo! Stessa risposta! 
Pedanty è assillante per via del fatto che trova serenità allorché io cado in trance d’acquisto, immerso nella smania di avere oggetti per lo più inutili. 

E allora eccomi all’uscio del tempio: entro in punta di piedi, quasi danzando il Canto del Cigno di Cecov e con indossati i paraocchi di Ribot per non farmi abbacinare dalle golosità esposte.
Chiedo ad un inserviente ove sono riposte le chiavette usb con una smania simile ad avere un attacco diarroico in un centro d'ascolto di sofferenti di stipsi. Mi guarda stranito, indicandomi lo scaffale. Mentre guardo le capienze, Pedanty inizia ad urlarmi all’altezza della giugolare:”centoventottooooo giga!!! Duecentocinquantasei!” 

Tento di soffocare queste grida e ne agguanto una da 32 Gb! 

“Cosaaaaa?!??!? Solo 32 giga??? Ma sei pazzo??? E se trovi un amico che ha “Ceneri sulla grande armata” del maestro polacco Wajda del 1965 in lingua originale? E se t’imbatti in un cinefilo che ha il cinema ungherese degli anni 70 in tasca?”

Evito di ascoltarlo, lo soffoco con mantra improvvisati, penso fermamente all'acquisto già di per sé inutile e mi avvio alla cassa, sereno e tranquillo come il comandante del Titanic prima di incontrare l’iceberg; perché lo scoglio che si erge davanti a me corre il rischio di farmi cedere con la stessa probabilità di non avere “impulsi” in un backstage della sfilata di Victoria’s Secret. 

Osservo un ragazzo di circa una trentina d’anni impegnato a provare un dispositivo, anzi il Dispositivo e passando mi blocco: la PlayStation 4 con inserito un gioco di rally. 
Che spettacolo! Una definizione dei particolari tanto perfetta che mi pare di capire che il navigatore a bordo abbia cenato con delle uova azzurre di galline araucane! La strada sembra un filmato, la fluidità del gioco simile ad una seduta su tazza dopo aver trangugiato 2 barattoli di yogurt all’avocado, i particolari della corsa tanto reali che mi sono infangato allorché il pilota in derapata ha chiuso una curva a gomito. 

Ero tanto ipnotizzato che ad un certo momento il giovane mi ha guardato quasi con disgusto, come se sospettasse una corte spietata da parte mia. Pedanty vedendo la mia attenzione, ha iniziato a dare lenza, non insistendo e quasi accompagnandomi nell’estasi. Ogni tanto emetteva impercettibili segni di approvazione, tipo “peròò!” o “fantasticaa!”. 
Ero in lotta, accanita con me stesso e stavo per capitolare. E’ arrivato per fortuna il mio Angelo custode, Nino, che insufflandomi parole serene, mi ha depressurizzato oltremodo, rendendomi presente a me stesso. 
Sono uscito contento di non aver acquistato nulla in più della chiavetta, godendo per il mormorare dello gnomo malefico, preso per il culo da tutti gli organi interni compreso il pancreas che lo sfotteva con cori da stadio e con solo un puntino luminoso e lontano acceso in cervice, l’ultimo regalo di Pedanty, una specie di monitor che avvicinatosi si è rivelato contenere lo spezzone video con la domanda ripetuta spasmodicamente dal dentista nazista dott. Szell a Dustin Hoffman ne “Il Maratoneta”.
Avete capito...vero?     

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