martedì 1 ottobre 2024

L’Amaca


I cartelli di proscrizione

DI MICHELE SERRA

Che cosa c’entra la cittadina milanese Liliana Segre, 94 anni, testimone della sopravvivenza all’odio e alla deportazione nazifascista, e per questo senatrice a vita, con il conflitto in corso in Medio Oriente tra esercito d’Israele e organizzazioni militari confinanti, con un altissimo prezzo di sangue pagato dalle popolazioni civili? La risposta è semplice. Non c’entra nulla. Assolutamente nulla. Parole e opere della senatrice Segre non sono in alcun modo attribuibili a una “agente di Israele”, come diceva quel cartello idiota e feroce.
Se è stata tirata in ballo, insieme ad altre persone ebree, in un corteo teoricamente mosso dall’intenzione di insorgere contro la politica di Israele, è solo perché è ebrea.
Dunque per una ragione solamente razziale, circostanza che autorizza a parlare di antisemitismo, che macchia di antisemitismo quel corteo, che offre qualche ragione in più a chi confonde strumentalmente l’opposizione alla politica di Israele con l’antisemitismo, e lo tira in ballo molto spesso a sproposito. Sì, quel cartello, e altri simili, era schiettamente antisemita. Era un cartello razzista impugnato da un razzista. Se la prendeva con una ebrea perché ebrea. E per niente altro.
La sinistra estrema non ebbe, in passato, il dono della tolleranza. Ma le capitò, a volte, di avere quello della fantasia e perfino dello humour (lohumour situazionista, così lontano dal ringhio ottuso che catalizza i cortei dei nostri giorni).
Suggerisco ai confezionatori di cartelli contro gli ebrei, al prossimo corteo, una breve lista di ebrei, viventi e no, ai quali può essere molto divertente attribuire il ruolo di “agente di Israele”, così almeno si ride tutti insieme.
Woody Allen, Sigmund Freud, Albert Einstein, Paul Newman, Art Spiegelman, Gertrude Stein, Saul Steinberg, Karl Marx e il non meno meritevole Groucho, Leonard Bernstein, Jerry Lewis, Franca Valeri, Elsa Morante, Natalia Ginzburg. C’entrano qualcosa con Netanyahu?
No. Ma sono ebrei. Meritano dunque il loro cartello di proscrizione: ebreo.

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