Legge e contrordine
di Marco Travaglio
Margaret Thatcher, non una mammoletta, diceva: “So che la Bbc mi attacca, ma non posso farci niente”. E si guardò bene dal farle qualcosa. Perché era forte e si sentiva forte. Così come la democrazia britannica, che mai tollererebbe attentati alla cattedrale dell’informazione. Ora questi ominicchi del governicchio Meloni, non contenti di avere Rai e Mediaset ai loro piedi, si credono forti perché ogni giorno attaccano un potere di controllo indipendente, e non si accorgono di quanto siano e appaiano deboli. Avendo un rapporto problematico col Codice penale, attaccano la magistratura e i suoi strumenti d’indagine (tipo le intercettazioni: perché sanno bene ciò che fanno e dicono) e depenalizzano le specialità della casa (l’abuso d’ufficio e il traffico d’influenze, che vietano familismi, cognatismi e raccomandazioni). Siccome mentono appena respirano, detestano la stampa libera che li sbugiarda con le domande e i fact checking. Ma sono anche ridicoli, quindi allergici alla satira: vedi diffida legale a Un giorno da pecora che osa sbertulare financo un ministro laureato. Ed essendo pure un branco di incapaci, non amano sentirselo rinfacciare da chi è pagato per far di conto. Un giorno è la Corte dei Conti, “riformata” per abolirne i controlli preventivi e prossimamente quelli successivi, con la scusa della “paura della firma” (ma basterebbe non firmare porcate e nessuno avrebbe nulla da temere). Un altro sono le soprintendenze (già bersaglio di Renzi), attaccate da Cingolani – consigliere di Pichetto Fratin – perché sono fissate col patrimonio culturale e ambientale. Un altro ancora è Bankitalia, che segnala i danni dall’abolizione del Rdc, del Pos obbligatorio e del tetto di 2 mila euro al cash e viene messa in riga da Fazzolari (“è partecipata da banche private”).
Poi c’è l’Ufficio parlamentare di bilancio che si permette di segnalare le leggi scritte coi piedi e/o senza copertura. Ci sono i pm e la polizia giudiziaria che indagano su chi commette reati: ergo, per Crosetto e altri, fanno “dossieraggi” e complottano contro il governo. Ci sono i giudici, tipo Apostolico e decine di altri, che disapplicano le leggi incompatibili con la Costituzione e la giurisprudenza europea, dunque per Meloni remano contro il governo e per Salvini devono dimettersi. C’è il Csm che per legge dà pareri sulle norme in materia di giustizia: complotto pure quello. Dulcis in fundo c’è l’Anticorruzione, che si ostina a essere anti anziché pro bocciando i favori a corrotti e corruttori nel codice degli appalti e nelle pratiche del Ponte sullo Stretto, quindi il presidente Giuseppe Busia se ne deve andare per far felice Salvini. E nell’attesa Nordio non lo invita alla Conferenza Anticorruzione dell’Onu. Al suo posto sarebbe perfetto Formigoni.
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