Mondi paralleli
di Marco Travaglio
Il trucco è talmente vecchio che lo vede anche un bambino. Eppure in giro è pieno di allocchi che ancora ci cascano. Un politico è disperato perché non ne azzecca una, o perché mente e viene sbugiardato, fallisce su tutto, o perché è circondato da mostri, o perché passa da uno scandalo all’altro, o per tutte queste cose insieme. E allora si sceglie qualche nemico, vero o immaginario non importa, purché sia famoso quanto lui o più di lui, e gli spara addosso a pallettoni. Così il nemico gli risponde e, siccome è famoso, tutti i media rilanciano sia l’attacco sia il contrattacco, che diventano la notizia del giorno e la gente pensa solo a quelli, dimenticando gli errori, le menzogne, i fallimenti, i mostri e gli scandali del politico disperato. Che può tirare a campare un altro po’, fino al fiasco successivo, seguìto immancabilmente da un’altra arma di distrazione di massa. Prendete la Meloni. La sua finanziaria coi fichi secchi è un pozzo senza fondo di vergogne (dalle marchette per gli amici degli amici ai medici in pensione a 72 anni) e lo sarà vieppiù a mano a mano che la gente ne sentirà gli effetti sulle proprie tasche. E siccome in Europa non sta cavando un ragno dal buco sul Patto di stabilità, dovrà presto farne un’altra correttiva con ulteriori lacrime e sangue. La sua squadra è una via di mezzo tra la Famiglia Addams e il bar di Guerre stellari: i casi Lollobrigida, Santanchè, Sgarbi, Delmastro, Giambruno, La Russa, Gasparri, Corsini e ora pure Crosetto. Bankitalia certifica che, levando il Reddito di cittadinanza, ha gettato 900 mila famiglie sul lastrico. Mezza maggioranza vuole prorogare il Superbonus che lei spaccia per una mega-truffa. Più stringe patti anti-migranti con Tunisia, Albania, Gran Bretagna e Madagascar, più migranti sbarcano. E il famigerato Mes, che lei accusava Conte di aver firmato e persino preso, dovrà presto ratificarlo lei.
Infatti di che parlano da due giorni tg, talk, giornali e social? Dell’attacco a Ferragni e Saviano, delle risposte dei due attaccati e delle immancabili “reazioni” (c’è pure chi scambia la Ferragni per una staffetta partigiana: la compagna Balocco). Mondi paralleli, lontani anni luce dalla realtà. Per la Meloni, missione compiuta: le vergogne della casa possono continuare lontano da occhi indiscreti. Tantopiù che, mentre Conte tenta di inchiodarla alle sue balle sul Mes, il Pd è impegnatissimo in un nuovo gioco di società, ancor più avvincente del Perdi-elezioni e dell’Ammazza-segretario: il Fanta-federatore, seguitissimo fra gli editorialisti-onanisti di Twitter e dei giornaloni, che purtroppo non hanno ancora spiegato chi dovrebbe federare cosa e perché. L’ultima mano si è disputata alla presenza (si fa per dire) di Prodi, Gentiloni e Letta: praticamente una seduta spiritica.
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