mercoledì 2 febbraio 2022

Che altro aggiungere?



di Andrea Scanzi (da Facebook)

Uno dei modi più semplici per avere la certezza di essere dalla parte giusta è leggere le critiche (cioè gli insulti) della parte peggiore del paese. Per me è sempre divertente e ne rido ogni volta con compagna, amici e colleghi: quando certi “politici”, testate giornalistiche, siti sottosviluppati, opinionisti imbecilli, ultrà novax ebeti e fascisti schifosi (insomma: la rumenta del paese) parlano male di te, allora vuol dire che puoi stare tranquillo. E in questo senso posso stare tranquillamente. 

Spero per Di Maio che sia lo stesso. Lo spero sinceramente. Al posto suo, se scoprissi che di colpo tutti parlano bene di me, da quelli che mi chiamavano (quando andava bene) “bibitaro” giù giù fino ai Brunetta, Casini, Nobili, Boschi, De Benedetti eccetera, mi preoccuperei parecchio. Di più: penserei di aver sbagliato tutto, o di aver tragicamente tradito le mie idee al punto tale da esser diventato la nemesi di me stesso. Immaginate se di colpo mi dicessero “bravo” renziani, libero, sgorbio, poro porro e fascisti eunuchi: come minimo mi decapiterei in diretta Facebook con la mia Siux Trilogy Hybrid.

Ma forse sbaglio io, che infatti (anche se me lo chiedono da almeno vent’anni) non faccio né farò mai politica politicante, reputandola da sempre una cosa schifosa e rivoltante, destinata a cambiare in peggio tutti. Spero che Luigi conosca quella canzone, oltremodo bella, di Fabrizio De André che a un certo punto dice: “Sono riusciti a cambiarti, ci sono riusciti lo sai”.

Peccato.

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