venerdì 4 febbraio 2022

Ha ragione

 

I morti di Covid sono pregati di non disturbare i Migliori
DI DANIELA RANIERI
Se è vero che “Draghi riapre l’Italia” (Repubblica) e dal 7 febbraio “l’Italia sarà più aperta” (Corriere), i 400 morti al giorno di Covid potrebbero anche avere il buon gusto di adeguarsi al “nuovo corso” ed evitare di morire; oppure, se proprio ci tengono, possono continuare a crepare, a patto di farlo senza clamore, fermo restando che il governo – in ciò sostenuto dai gagliardi rappresentati della Medicina basata sull’Ottimismo – sta meditando di non fornire più l’avvilente bollettino quotidiano di contagi, decessi e ricoveri in terapia intensiva. Che sono quei musi lunghi? Su con la vita! La pandemia è finita. Lo prova l’imminente scioglimento del Cts, che “serviva per l’emergenza” (Corriere), emergenza che, come detto, non c’è più; lo prova la fine delle restrizioni per chi è vaccinato, anche in zona rossa, annunciata con enfasi inspiegabile dal premier ex aspirante Capo dello Stato, che ha disposto anche la fine della Dad per gli scolari vaccinati (ora si dice “immunizzati”: un modo per dare a intendere che il vaccino impedisce di essere contagiosi, come peraltro credeva Draghi fino a poco tempo fa).
È evidente che sono prove tautologiche, fallacie che si sostengono a vicenda, tanto è vero che gli ospedali ancora rimandano gli interventi di routine, i controlli per malati oncologici e i ricoveri ordinari, e che le Asl sono ancora in tilt per i tamponi. Ma questa è minutaglia fisiologico-burocratica da scaricare su quei cittadini che ancora si ostinano a rivolgersi alla Sanità pubblica, invece di accedere alle cliniche private (dirette da quel tipo di medici ottimisti col golfino sulle spalle che suonano la grancassa quotidiana della “normalizzazione” del virus), pagando cash o con carta di credito o meglio ancora per mezzo di assicurazione (siamo o non siamo una Repubblica governata dai Banchieri?). È una “fase nuova”, si intravedono “nuovi orizzonti” (Corriere); presto si potranno ri-togliere le mascherine all’aperto (quando è certo che una Ffp2 protegge più del vaccino). Sono tutti modi retoricamente radiosi per non dire la verità: il governo ha deciso di non fare più niente per arginare la pandemia, perché non è capace e lottare contro il virus costa troppo in termini economici e di consenso. Avendo scommesso tutto su vaccini che durano 4 mesi, e constatata l’incapacità di perseguire misure di contenimento ragionevoli – tamponi, tracciamento, telelavoro, trasporti e scuole sicure – ha cinicamente tirato i remi in barca. Non che questo imponga alle coscienze dei Migliori di ammettere il fallimento: non potendo agire sulla realtà, ne costruiscono una falsa, il cui avveramento festeggiano spavaldi. La linea etica su cui si fonda il non agire del governo è la seguente: se ci infettiamo tutti, nei superstiti si crea immunità naturale (che dura, pare, più di quella dei Sacri Vaccini); certo, gli anziani e i fragili, magari plurivaccinati, ne finiranno accoppati, ma pazienza (anzi: un bel risparmio per la Previdenza sociale), non disturbiamo la crescita del Pil con insensate ipocondrie sentimentaliste.
L’inghippo di questa retorica è giocare col massimalismo per depotenziare ogni obiezione: chiunque critichi la linea darwinista-fatalista del governo (chi muore di Covid, magari del “raffreddore” Omicron, aveva le ore contate e non avrebbe comunque partecipato “allo sforzo produttivo del Paese”, secondo un’espressione di Giovanni Toti) è accusato di volere i lockdown, le scuole chiuse, i ristoranti e gli alberghi sbarrati. Ma è un trucco: l’ipotesi del lockdown non è in campo. Piuttosto, si dovrebbe puntare su scuole sicure, sanità territoriale, congedi parentali, smart working (ma Brunetta non gradisce), mezzi di trasporto, investimenti nella ricerca per ambienti sanificati etc. Il governo non ha soluzioni, a parte quella naturale riveduta e corretta: i più adatti sopravvivono, gli inadatti soccombono, i Migliori governano.

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