Uno dei più ignobili vassalli del Bastardo Russo, ras tra i bastardi incarogniti che pullulano la sfera, fervente e convinto che solo i soldi e le marchette possano portare felicità, ed in questa epoca stracciona e pregna di bambolotti danzanti sulle macerie di tutto ciò che ci distingueva dal resto del regno animale, un codardo di simili proporzioni ha avuto vita facile; ebbene questo folletto ha appena lasciato la sua blasonata squadra in mano ad una fondazione benefica, presagendo l'aria nuova delle restrizioni, al solito figlia di quella messinscena tipica degli omuncoli dediti al brigantaggio più squallido e riverente verso i potenti come il Bastardo Sovietico, ansimante e godereccio degli introiti senza fine che serventi come Abramovich gli recapitano proni e slinguazzanti, obnubilandogli la verità oramai messa in soffitta da questo capitalismo tecno-rapto, che cioè l'eccedenza non fermerà il treno verso la fine dell'esistenza, e per il Bastardo speriamo sia il più breve possibile, che diventi presto sterco per la terra, possibilmente anche domani.
Mentre un popolo fiero e vitale è assediato dalla schizofrenia di un parassita dell'umanità, incensato tempi addietro su queste lande da Pregiudicati e Cazzari, Bibitari ed Avvocati del Popolo, dai Dibba girovaganti e dai fascisti camuffati, guidati da quella caciottara attualmente negli States a riverire il Sommo Idiota Biondastro pronto a ritornare in corsa per la mazzata finale al pianeta, occorre che tutti gli uomini di buona volontà introspettivamente si domandino se debba o no terminare quel servilismo parassita rivolto ai cosiddetti potenti universali, come quello in foto, cioè per dirla come Gaber
"E visti alla distanza non siete poi tanto diversi dai piccoli borghesi che offrono champagne e fanno i generosi, che sanno divertirsi e fanno la fortuna e la vergogna dei litorali più sperduti e delle grandi spiagge della Sardegna" (Quando moda è moda); se non sia arrivato il momento di riprendersi la scena, di punire le ingiustizie, di non far finta che quelli accatastati nelle spelonche disseminate sulla terra, che chiamiamo banche - vedasi non ultimo il Credit Suisse - non siano soldi sporchi, frutto di angherie e misfatti alle spalle della quasi globalità dell'umanità.
Se non sia arrivato il momento di far comprendere all'élite che ci dirige, che le regole tendenti ad affossare la sperequazione, attuale regina incontrastata della storia, dovranno rigidamente essere rispettate, da chiunque; che il tempo del lasciar fare, del soprassedere è finito; che l'inutile circo, che molti chiamano ancora Onu, dovrà essere completamente rifondato, sbaragliando stantie norme al servizio di quel burocratismo internazionale, rotore di questo vergognoso ed inqualificabile sistema prevaricatore i diritti dell'essere umano.
Quanti Putin dormienti abbiamo attorno a noi, supportati dalle risorse di miriadi di gnomi all'Abramovich, pronti ad innescare processi degenerativi, minanti ideali sociali al servizio del bene comune?
"Direi che non è più tempo di fare mischiamenti,
Che è il momento di prender le distanze
Che non voglio inventarmi più amori
Che non voglio più avervi come amici, come interlocutori.
Sono diverso e certamente solo
Sono diverso perché non sopporto il buon senso comune
Ma neanche la retorica del pazzo
Non ho nessuna voglio di assurde compressioni
Ma nemmeno di liberarmi a cazzo
Non voglio velletarie mescolanze con nessuno
Nemmeno più con voi
Ma non sopporto neanche la legge dilagante del "fatti i cazzi tuoi". (G.Gaber)
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