giovedì 15 ottobre 2020

Grande Amaca!

 L'Amaca

Gli ultras dell’apocalisse
di Michele Serra
Gli evangelici africani pregano per Trump, «difensore della cristianità», e pazienza se lo stesso Trump aveva definito « shitholes », posti di merda, i loro Paesi, da quel credibile remake della tradizione negriera che è. I no-mask e i movidari di mezzo mondo si accalcano felici in una nube di moccio e saliva, e pazienza se il Covid, che non ha occhi né orecchi, può falciare i loro vecchi e loro stessi proprio in virtù del loro libero alitare. I poveri di mezzo mondo votano per i miliardari, e pazienza se quei miliardi sono la refurtiva estorta ai poveri di mezzo mondo.

La visione apocalittica può giovarsi, in questo periodo più che mai, di quadretti perfettamente inscrivibili nel grande affresco della Fine. Un sacco di gente corteggia la morte. Poi, per i sopravvissuti, ci sarà la palingenesi: gli apocalittici, i messianici, ma anche normalissimi minchioni attendono con entusiasmo il collasso, l’ecatombe, la decimazione, per poi risorgere nel profumo di rose e nella luce perpetua.

Lo dico bruscamente, ma bisogna essere proprio stronzi per pensare che la rinascita debba passare attraverso la morte (possibilmente degli altri). Si è liberi di sposare la morte se il prezzo viene pagato, per intero, dallo sposo. In tutti gli altri casi si tratta di una pulsione canaglia, trascinare gli altri nel proprio gorgo patologico. Rivendico la mediocrità laica: sperare di farcela in tanti, possibilmente quasi tutti, a costo di compromessi, mascherine, voti per Biden, multe a Montesano. Nel giro di un mese sapremo quanti passi in avanti ha fatto l’apocalisse, quanti l’onorabilità della vita e della convivenza.

Nessun commento:

Posta un commento