mercoledì 7 ottobre 2020

Boooooom!


The Donald, lo show è del genere di serie Z

di Daniela Ranieri

Una musica patetica e trionfale, da momento clou di un reality show – la prova nella fossa dei serpenti, l’approdo dei naufraghi sull’isola – confeziona il video promozionale della resurrezione del Re. La mini-epopea di Donald Trump, scopertosi giovedì positivo al virus di cui ha negato per mesi l’esistenza, salvo poi assicurare di poterlo curare con iniezioni di candeggina, anzi di non poterlo prendere grazie all’assunzione preventiva di (inutilissima) idrossiclorochina, è un pezzo di Storia, a patto di considerare questa piega di Storia un ibrido tra la realtà e il fumetto manga, trash, zombie, distopico, insomma la serie B della serie Z. C’è ancora qualcuno, pure da noi, che crede che questo miliardario sociopatico che non paga le tasse sia un amico dei popoli, la talpa che scava e rovescia le élite. Dopo aver ricevuto le migliori cure previste dalla scienza, questo paziente senza mondo interiore, che costretto a letto guarda la Tv e twitta compulsivamente, fa i capricci per uscire contro il parere dei medici (quelli veri, non l’osteopata bugiardo delle cui cure si avvale) e consegna al mondo via Twitter lo sfregio impensabile: “Non abbiate paura del Covid, mi sento più giovane che 20 anni fa”. Lo twitta, perché sul balcone della Casa Bianca l’anziano obeso e truccato per ora miracolosamente graziato non parla, ansima, sopprime la tosse, scatenando l’euforia vitalista dei fruitori di Tv via cavo, deresponsabilizzando vieppiù i deboli di testa. Chissà se ci sarà una Norimberga simbolica (non per impiccarlo: per fargli rimangiare le criminali farneticazioni) per uno che chiama “patrioti” i seguaci di QAnon, i complottisti convinti che lui lotti contro una setta di pedofili cannibali che ha diffuso il SARS-CoV-2 al fine di microchippare l’umanità coi vaccini.

Trump entrerà nella Storia in coda alla serie degli imperatori pazzi, di quelli resi lunatici e feroci dall’avvelenamento da piombo contenuto nelle botti di vino, con l’inedita caratteristica che lui è un prodotto concentrato della follia universale in un sol punto, un campione di narcisismo da manuale diagnostico che i media amici già chiamano “eroe invincibile”, producendosi in un cortocircuito formidabile: avendo preso il virus, egli ha una competenza che Biden non ha, cioè non ha avuto il midollo di acquisire. I 215mila americani morti sono la prova che la giustizia non è di questo mondo.

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