venerdì 28 agosto 2020

Amaca

 

L’amaca

Il nazista normale

di Michele Serra

Se fossi nei panni del pizzaiolo nazista candidato per Fratelli d’Italia in quel di Fondi, invitato a togliere il disturbo per levare dall’imbarazzo la sua lista, mi chiederei: ma perché proprio io? Che cosa ho fatto di così grave definendomi omofobo, antisemita, naziskin, antidemocratico eccetera? Di quanti fascisti e nazisti pullula, con zero scandalo, la destra italiana, e mica solo i partitini conclamati, Forza Nuova e Casa Pound, anche i partitoni di massa come Lega e Fratelli d’Italia? Non era forse nazista quel Savoini che accompagnava il Salvini nelle sue trasferte moscovite? Non sono forse di Mussolini le frasette cazzute che lo stesso Salvini (che il povero Pansa definì, senza spreco di attributi inutili, "un fascista") utilizza per la sua propaganda?
A parte lo sparito Gianfranco Fini, quale altro fascista italiano ha provato a fare i conti con se stesso, la propria storia, le proprie chiacchiere e il proprio distintivo? Ci sono forse stalinisti residui — a parte qualche marginalissima macchietta — nella sinistra italiana? Si festeggia forse da qualche parte il compleanno di Stalin, o di Pol Pot, o di altri macellai "di sinistra", così come si inneggia serenamente al macellaio Mussolini in tanta destra bene inserita nelle assemblee elettive, con nipoti e discendenti a vario titolo che usano quel cognome tragico come marchio di garanzia?
C’è un prezzo da pagare alle proprie tragedie. Un album di famiglia che è pesante aprire, perché molte pagine sono macchiate di sangue. Quel prezzo la sinistra italiana l’ha pagato, la destra no. Il pizzaiolo nazista di Fondi merita comprensione, ha solamente creduto — guardandosi attorno — di essere normale.

Nessun commento:

Posta un commento