venerdì 7 agosto 2020

L'Amaca

 


Pessimi calcolatori

di Michele Serra

Sul terrificante botto di Beirut si affastellano le interpretazioni, le spiegazioni, le dietrologie. A monte di ciascuna di esse c’è il fatto oggettivo che l’essere umano — la più evoluta delle scimmie, ma il più goffo e ridicolo tra gli dei — è capace di stoccare in una zona fittamente abitata milioni di litri di un micidiale esplosivo, il nitrato d’ammonio.
Quanto ne basta per provocare la terza più grande esplosione della storia — così dicono — dopo Hiroshima e Nagasaki.
La pietà è importante, purché comprenda anche la pietà di noi stessi, della nostra micidiale imprevidenza, presunzione, incoscienza. Molti degli incidenti che ci conducono a morte (e con noi adulti i bambini, che ancora non sono diventati colpevoli come noi) sono la diretta conseguenza della nostra inguaribile spocchia. Come se Prometeo avesse rubato il fuoco per bruciarci dentro. Le catastrofi ambientali, i ponti che crollano, le deforestazioni e le escavazioni avide, le stragi da profitto come a Bhopal (quindicimila vittime tra dirette e indirette!), dicono di noi che preferiamo dimenticare il rischio pur di lucrare qualcosa che il rischio stesso prima o poi spazzerà via, come una fiammata finale.
Siamo, dunque, pessimi calcolatori.
"Non si può fermare il mondo" è la replica a ogni eccesso di scrupolo, o di prudenza.
Bisognerebbe inserire in questa dialettica (che riguarda anche il Covid) anche l’ipotesi che sia il mondo a fermare noi, scoppiandoci sotto il naso mentre beviamo un long drink al porto. Siamo pieni di boria, ma per davvero. E la boria è la peggiore consigliera possibile per fare progetti a lunga scadenza.

Nessun commento:

Posta un commento