venerdì 3 luglio 2020

Osservatorio


Dunque non ci riescono, non c'è nulla da fare, non ce la fanno. Governano il paese ma sono incapaci di stringere accordi regionali, per il gaudio di chi sappiamo. 
Quale mai sarà l'ostacolo insormontabile? Oggettivamente a livello di regione delle differenze esistono tra PD e M5S, dall'approccio agli affari, al sottobosco di relazioni con realtà locali. 
In Liguria ad esempio vi sono ancora scorie del burlandesimo, quella ragnatela di intrecci, di dico o non dico, di attese che costò caro a tutti al tempo dell'insediamento di Yoghi, tra l'altro molto probabilmente riconfermato alla carica, per la gioia di tutte le betoniere liguri. 
Poi che abbiamo? 

Simpatico come un calcio nelle palle da parte di un ronzino, questo pianeggiante statista aprente alle società di altri paesi, ingolosite dalla possibilità di pagare balzelli nani, dovrebbe a mio parere non esagerare. Già possiede una faccia che da queste parti si definisce "da culo". Se poi insiste, vorrei ricordargli che non solo ce l'abbiamo sempre fatta da soli, ma ci mettiamo pure l'ingegno a fare le cose, e se una diga delle nostre in passato avesse iniziato a perdere acque, preannunciando un collasso, sicuramente non ci avremmo messo un dito dentro! 


Mi raggela quel "vanno agevolati i consumi" e lo dico con rispetto per chi ci lavora in quel campo. Ma il dover consumare è qualcosa che non mi torna. D'accordo che la nostra società è identificata con l'aggettivo consumistico, ok che il terziario dalle nostre parti la dovrebbe fare da padrone. 
Ma è l'obbligo di consumare che mi ritorce le budella, mi squalifica agli occhi di chissà chi sta osservando le nostre vicissitudini. 
Dover consumare non lo posso intronizzare, dentro di me. Si mi piace molto acquistare, girovagare tra gli scaffali, curiosare tra le ultime novità, ci mancherebbe! 
Ma dover comprare forzatamente perché altrimenti sarai causa primaria dei futuri licenziamenti no, questo non fa per me.
Se il sistema è modulato per questo, allora è una stronzata. Spingere al consumo non è dignitoso, non è concettualmente sano e sanificante. La società andrebbe ordinata e preparata a vivere non avendo solo in testa lucro, accaparramento e strisciate di carte. A mio parere è una visione centrocommercialista. Basarsi sulle spese a volte pazze, non porta da nessuna parte. Personalmente cerco qualcos'altro ancora in gran parte non definito, un mix tra cultura e solidarietà, un approccio diverso, agli antipodi di Briatore per intenderci, un coacervo di rapporti sociali, d'innovazione, di spinta all'istruzione, di attività eco ambientali. 
Mettiamo il caso che tutto quanto detto, appartenga alla sfera delle chimere irrealizzabili. Non ha importanza. Lasciatemi sognare e non consumare alla cazzo&campana. 
  

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