venerdì 24 luglio 2020

Ancora il 2 agosto



Di cani rognosi ne abbiamo avuti tanti, purtroppo, nell'italica storia più o meno recente. Ma costui li batteva tutti. Dalle carte segrete emerge che il giorno prima della strage alla stazione di Bologna, questo bastardo venerabile dei miei coglioni consegnò un milione di dollari ai Nar di fascista memoria, prima tranche dei cinque complessivi che servirono ad alimentare la famigerata strategia della tensione. Emergono altri nomi, da quelli dei fascisti, alcuni tornati in libertà non si sa perché, al fido Ortolani, che bruci anche lui nelle fiamme eterne, per arrivare a quello di Federico Umberto Amato, ex capo degli affari riservati del ministero degli interni e, udite udite, uomo della Cia. 
Già la Cia, e poi il banco Ambrosiano e gli 85 morti dilaniati dalla bomba fascista. Ci dovremmo fermare tutti a riflettere su questa vicenda, ancor più perché tra non molto, il 2 agosto ricorrerà l'ennesimo anniversario, infarcito e beffeggiato dalle solite parole di circostanza, ormai eclatanti prese per il culo per parenti e vittime. 
Quello che ancor più dovrebbe essere chiaro, limpido, alla portata di tutti è quel malefico elenco degli iscritti alla famigerata P2, orchestrata dal bastardo per fortuna scomparso. Che dire: sfogliate l'elenco e tra un Calvi e un Sindona, arriverete a "lui", tessera numero 625, che stanno tentando nuovamente di riabilitare, perché tanto buono, saggio e padre nobile!  
Il burattinaio foraggiante stragi aleggia ancora nelle occulte nicchie del perverso potere di stampo fascista. Una nazione libera si dovrebbe ripulire dei tanti, troppi, cospiratori che continuano ad infestarla con trame ottenebranti la ragione. Finché non si comprenderà pienamente la porcilaia che infestò le istituzioni non si potrà parlare di democrazia e, soprattutto, di rispetto doveroso alla memoria delle vittime, assassinate per mano fascista e piduista. Stessa brodaglia, appunto. 

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