lunedì 20 luglio 2020

Il ritorno dei tempi romagnoli


Ieri sono stato al mare, a Marinella, in uno stabilimento che non nomino per non dare indizi. Tutto tranquillo, pure lo sfanculamento del distanziamento sociale, le mascherine un ricordo come quelle di carnevale. Nel pomeriggio, avendo voglia di un cornetto, mi sono avviato al bar, stracolmo di acquirenti, tutti rigorosamente senza la protezione facciale, tanto lo sanno bene tutti che Covid è appunto un ricordo, almeno tra i diversamente inani è così, vero?  
Non è questo il punto: mentre stavo raggiungendo il bancone ho notato uno strano silenzio, uomini di ogni età che continuavano a guardare nella stessa direzione, come se un alieno fosse alla ricerca di un cono al gianduia. Continuando l'avvicinamento ho pure notato alcuni che contorcevano il collo in modalità esercizio fisico con personal trainer molto esigente. Arrivato in prossimità, mentre il silenzio mi colpiva maggiormente, lo collego a quello che la visione del Giudizio Universale provoca nei sani di mente, ci sono infatti anche babbani che riescono a blaterare pure lì, mi si è srotolata davanti la ressa, facendomi comprendere il motivo di tanta attenzione, e qui farò difficoltà infinita a non scollinare nel triviale: davanti a me un bignami, un compendio d'arte, della più raffinata, un effluvio di dolcezza, bellezza, soavità, linearità, rotondità, un eclatante esempio di quanto la natura sia pur benigna, perfetta seppur perfettibile, ma non è questo il caso, visto che al momento della formazione cromosomica xx, qualcuno o chi per lui avrà deciso di formarne una perfetta - ma si dai ragazzi questa dovrà uscire senza irregolarità- par di udire, in ogni dove, e, foss'anche intelligente, sarei stato a contemplare ciò che comunemente noi insalubri abitanti del pianeta, definiamo, non trascendendo, la perfezione. 
E compresi pure il motivo del silenzio: muovendosi, la bellezza caravaneggiante, emanava note musicali, torcenti gli atri della comune pompa, che nessun compositore mai riuscì a librare in aere, un mix di sensazioni incoraggianti, sfavillio altisonante richiamante estasi d'estate. (sono stato bravo a miniaturizzare il concetto di gnoccona epica, vero?)      

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