martedì 21 luglio 2020

Bella amaca


L’amaca

Sento la voce ma non capisco

di Michele Serra

Se volete incrementare il vostro desiderio di ritirarvi dal mondo e non sentirne parlare mai più, date un’occhiata al breve comizio con il quale il rapper americano Kanye West ha lanciato la sua candidatura alla Casa Bianca. Si vede un signore con un giubbotto antiproiettile che urla frasi di senso incompiuto, per esempio a favore della sua mamma e contro il suo papà, e come programma politico invita a «rispettare le regole che ci sono state date per ottenere la Terra Promessa». Il tutto dura un paio di minuti; pochi, ma quanto basta per pensare che Trump non sia la fine, ma solo l’inizio.
L’inizio di un devastante e speriamo non troppo funesto “libera tutti” del quale abbiamo visto, per adesso, solo i titoli di testa. Nonostante una breve ricerca sul web e la lettura di un paio di articoli (di più sarebbe stato un colpevole scialo di tempo), non sono in grado di dirvi perché West si è candidato; con quali propositi; a favore di chi, a parte la mamma; contro chi, a parte il papà; per fare che cosa; eccetera. Pare che West ammiri Trump ma gli piacciano le idee di Bernie Sanders. Come dire: è romanista, ma tifa per la Lazio.
È vegetariano, ma mangia solo bisonte. È suora di clausura, ma balla al Moulin Rouge.
Il solo dato comprensibile che lo riguarda è che West ha sposato la popolare influencer Kim Kardashian, star televisiva de I Kardashian e Le sorelle Kardashian (immagino che abiti a Kardashian, in via Kardashian). Il resto, almeno per me, è nebbia totale.
Un senso di totale smarrimento che forse è presagio di vecchiezza: se a fare politica è Kanye West, mi viene nostalgia di Arnaldo Forlani.

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